16 C
Napoli
mercoledì, Maggio 8, 2024
PUBBLICITÀ

«Volevano uccidere il boss per annientarli», il progetto raccontato dal pentito

PUBBLICITÀ

Lo spartiacque negli equilibri criminali a Fuorigrotta e dintorni è il 6 ottobre del 2020. E’ quello il giorno dell’arresto di Giuseppe Mazzaccaro, ‘pezzo da novanta’ della mala del Rione Traiano. Reggente del clan Sorianiello e cognato del boss Alfredo ‘o biond. Gruppo che ha la sua roccaforte nella zona detta ’99’ di via Catone e che gestisce milionari traffici di droga. Mazzaccaro è ritenuto dalla Procura il mandante dell’omicidio di Luca Megali, consumato il 5 novembre 2014 al confine tra Pianura e Marano, all’interno di una barberia che la vittima gestiva. Dopo quell’arresto la situazione nella zona flegrea è radicalmente cambiata.

Il gruppo della 99

Questo il dato da cui partono gli analisti di criminalità organizzata per ricomporre quel mosaico che è diventata la criminalità organizzata dell’area occidentale della città. I Sorianiello, famosi per aver sempre mantenuto un basso profilo e per aver sempre pensato agli affari, sarebbero infatti transitati in una nuova fase forti della presenza sul campo di diversi affiliati e di una nuova reggenza che avrebbe messo nel mirino l’intera area. Una presenza ben visibile alle forze dell’ordine con nuove leve assoldate dal gruppo forti anche di elementi apicali a piede libero. Nessun indagato sia chiaro ma solo la ‘traccia’ di chi indaga da anni sul campo e conosce le dinamiche della zona.

PUBBLICITÀ

Il boss scampò ad un agguato

Proprio Alfredo Sorianiello, boss indiscusso del gruppo della ’99’ del Rione Traiano, sfuggì qualche anno fa ad un clamoroso agguato. A rivelarlo nei mesi scorsi è stato Salvatore Romano ‘muoll muoll’. Romano, ex colonnello dei Mele di Pianura, è sempre stato vicino a Carlo Tommaselli, nemico giurato dei Sorianiello. Si tratta di dichiarazioni da verificare (al momento per questi fatti non vi sono indagati) ma che offrono numerosi spunti di riflessione sullo stato di tensione negli ultimi anni nella mala flegrea. In un verbale del settembre 2017 Romano ha spiegato ai magistrati quale fosse l’idea di Tommaselli:

Il progetto di uccidere il boss dei Sorianiello

«Tommaselli aveva dato incarico a (….) e (….), affiliato ai Marfella/Pesce di uccidere Alfredo Sorianiello detto o’ biondo. Tuttavia nel corso della esecuzione dell’omicidio Alfredo o’ biondo riuscì a scappare». Tutto ciò gli fu raccontato da Tommaselli quando si allearono per conquistare sia Pianura che la 99. Romano, come dichiarato ai magistrati, partecipò personalmente a sopralluoghi per uccidere proprio Fortunato Sorianiello, figlio del boss Alfredo, che gestiva le piazze di droga nella 99. Fortunato inoltre era nemico di Tommaselli Filippo, figlio di Carlo, essendo in diretta competizione nella gestione delle attività di spaccio di stupefacenti. In particolare si era verificato un episodio che determinò la decisione di procedere all’omicidio. Fortunato Sorianiello aveva picchiato tale Gennaro Parisi, un parcheggiatore abusivo della zona di Via Piave, che favoriva la latitanza di Tommaselli Carlo pur non essendo affiliato.

Il pentito continua a raccontare

«Parisi picchiato non solo per la vicinanza con Carlo Tommaselli ma anche perchè Fortunato Sorianiello voleva prendersi il basso nel quale abitava il Parisi per poterlo utilizzare come piazza di spaccio; se non ricordo male il basso si trova proprio nel palazzo dei Sorianiello ed era stabilmente utilizzato da Gennaro Parisi o addirittura di proprietà della sorella: io stesso. in epoca successiva, ho constatato che i Sorianiello avevano una piazza di spaccio in un basso che si trova nel palazzo di costoro dove più volte li ho incontrati quando facemmo l’alleanza con i Sorianiello. i Cutolo ed altri clan: parlo nel periodo successivo all’arresto di Giannelli Alessandro che se non ricordo male è avvenuto nel 2015». Secondo lo stesso Romano, lui e l’ex boss Tommaselli, nel 2014, giravano armati nella zona della ’99’ per uccidere Fortunato Sorianiello ma non vi riuscirono. In un’occasione l’agguato fu sventato dalla presenza sul postodi una pattuglia della Polizia. Nel febbraio del 2014 Romano fu arrestato e quando fu scarcerato, nel maggio successivo Sorianiello era stato già ucciso.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Infiltrazioni camorristiche in 5 società: scattano le interdittive tra Casoria, Sant’Antimo e Napoli

Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha adottato 5 nuove interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese operanti...

Nella stessa categoria