Il decreto salva casa non si tocca, almeno per Matteo Salvini che lunedì porterà gli atti in Consiglio dei ministri in cerca del via libera, nonostante, almeno a parole, non sia ancora arrivato il via libera da parte della premier Giorgia Meloni. Il ministro delle Infrastrutture ha haffo più volte sapere che non si tratterà di un condono edilizio ma di «sanare le piccole irregolarità interne alle case degli italiani che li fanno impazzire, microproblemi che tengono in ostaggio le famiglie».
Salva casa, gli abusi potranno essere sanati
In caso di via libera da parte del Consiglio dei Ministri, si potrà intervenire per:
- difformità formali legate alle incertezze interpretative, che per tanti immobili bloccano la possibilità di vendere o comprare casa;
- difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione, ma non più sanabili oggi, a causa della disciplina della doppia conformità;
- difformità edilizie interne alle case, ovvero quelle modifiche derivanti da manutenzione ordinaria o straordinaria, che attengono alla disciplina delle tolleranze costruttive, di cui saranno aumentate la percentuale.
Inoltre sarà consentito anche ampliare i cambi di destinazione d’uso per rendere più agevole le variazioni di utilizzo di una unità immobiliare o di un immobile.
Ancora poco chiara, infine, la questione riguardante la dichiarazione dello “stato legittimo” degli immobili, specialmente per quelli costruiti prima dell’introduzione dei titoli edilizi. L’entourage di Matteo Salvini valuta la possibilità che lo stato attuale degli edifici possa essere considerato conforme, agevolando la regolarizzazione degli edifici d’epoca, spesso privi di documentazione adeguata.
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