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sabato, Giugno 15, 2024
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Maria della Pace. Il monito di Don Angelo Parisi: “L’essenza religiosa della festa non va mai smarrita”

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di Alessia Ivana Ciccarelli

Una vita spesa a servizio della città di Giugliano dapprima come sacerdote, poi come amico e guida fraterna e sincera. Così Mons. Angelo Parisi, Vicario Foraneo e canonico della Cattedrale di Aversa racconta e ricorda gli anni trascorsi seguendo i festeggiamenti in onore di Maria SS. della Pace. Nato e cresciuto nella centralissima Piazza Annunziata, Don Angelo Parisi è stato ordinato sacerdote il 7 dicembre 1974 dopo una vocazione nata presso l’Ac San Gerardo Majella. Corista presso il Santuario dell’Annunziata, è stato cappellano dei F.lli Maristi e dei Vigili Urbani, co-rettore della Chiesa del Purgatorio, per poi divenire parroco della parrocchia di San Marco Evangelista per ben 35 anni.

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Quasi cinquant’anni di sacerdozio, Don Angelo, l’amico di tutti, il sacerdote sempre presente, affettuoso, all’occorrenza anche severo perché il suo stile di vita è ‘Ama e dici sempre la verità’. Fin da piccolo, ha sempre seguito le celebrazioni per Maria SS della Pace ma il suo appello ora da vicario foraneo è quello di avere una visione più ampia della stessa festa. “Da bambino preparavo il carro, mia madre seguiva la festa dal balcone di via XIII Martiri e mio padre portava lo spumone. La festa oggi non è molto diversa dal passato perché cambia il maestro ma la musica è sempre la stessa: c’è sempre stato l’aspetto religioso e quello folcloristico.

C’era il volo dell’Angelo, la processione del lunedì, l’Ottava e i due concerti. La Congrega prima aveva una particolare attenzione presso l’Istituto delle Suore in piazza Camposcino. Avevano a cuore gli orfani della città dedicando loro aiuti ed attenzioni”, sottolinea Don Angelo, il quale mette in evidenza un aspetto importante della festa: “È sempre attesa con grande partecipazione da tutti, devo però sottolineare come i cattolici siano in diminuzione e ciò mentre i non cattolici la vivono e ciò fa perdere molto l’anima religiosa della festa. Dobbiamo prestare attenzione a questo. La festa comporta un risveglio religioso, una primavera dello Spirito perché noi siamo a ridosso della Pentecoste che risveglia le coscienze più torbide, addormentate, che vogliono fare un cammino di fede. Abbiamo la fortuna di avere la Chiesa gremita durante la preparazione dei sette lunedì, un’idea di Don Raffaele Grimaldi, e questo è un buon segnale” – ammonisce don Angelo. “Certo, una festa prevede anche l’incontrare l’altro, stimola la comunicazione, migliora i rapporti interpersonali. È una buona occasione anche per aiutare il commercio locale perché si spera che i commercianti vendano un po’ in più e non mi riferisco solo alle bancarelle che è giusto lavorino perché è il loro pane quotidiano”.

Don Angelo propone dei cambi all’interno dell’organizzazione: “Eviterei sicuramente processioni chilometriche, quasi passando casa per casa con il carro trionfale, perché quando le processioni sono troppe lunghe poi subentra stanchezza fisica ed il traffico estenuante blocca tutta la città. La festa deve avere un taglio ben preciso e guardare con attenzione rispettosa alle fasce più deboli e agli ammalati. Il Santuario nasce accanto allo storico ospedale. Il simulacro della Madonna sarà portato in ospedale anche se non è scritto nel programma. Credo che a causa dello strascico della pandemia non sarà possibile fare una grande manifestazione come gli anni precedenti ma è giusto che ciò venga fatto almeno con una rappresentanza e ciò non vuol dire mettere una postilla, una nota a piè di pgina bensì dare un senso a tutto ciò”.

“La Chiesa deve stare vicino alle persone legate ad am bienti e contesti più difficili. È questa la centralità della nostra missione. Faccio un esempio. Durante la processione negli anni addietro e sicuramente anche oggi quando c’è un personaggio noto la Congrega va sotto casa con il piatto onorando e ringraziando per le generosissima offerta che consisteva in un milione ed oggi centinaia di euro. Mentre le pesone che donano tutte se stesse o un 5 euro a stento vengono ringraziate. Ho cercato di trasmettere alle nuove generazioni entrate in Congrega che ciò non va bene. La gente osserva tutto e non va ferita. Papa Francesco ci abitua a vivere nella povertà senza superiorità, senza ostentare. Stessa cosa con le luminarie. Il centro città è super addobbato, altre zone come la stessa Camposcino completamente desolate. La Chiesa questo non deve farlo, non bisogna creare differenze. Anzi andrebbero più dimenticate della città che spesso corrispondono anche alla storia, al cuore pulsante perché più antiche, tanto le persone che possono donare un contributo lo faranno a prescindere dalla bellezza delle luminarie sotto casa”.

Quest’anno tra gli appuntamenti previsti nel programma, c’è anche il convegno sulla legalità. “È una cosa bella. Noi abbiamo un concettomesse in risalto le strade particolare di legalità, non sempre abbiamo le idee ben chiare. Ai giovani bisogna parlare della camorra che spesso prende il dominio anche sulle feste di paese e cerca di comandare. Parlare di disoccupazione, di dipendenze cercando di contrastare i fenomeni ed aiutare le persone. Dovremmo coinvolgere di più le scuole per chiedere agli studenti cosa piace della festa, cosa va e cosa no. Promuoverei una sorta di concorso aperto agli studenti. La musica, il ballo, la moda, gli eventi ludici organizzati per far incontrare e distrarre le persone vanno più che bene però nel programma ogni giorno andrebbe dedicata un’attenzione anche alle categorie più deboli, perché alla fine rischiamo di stancarci della stessa festa. Questi incontri sono un’occasione per crescere spiritualmente e come comunità e cittadini dove ciascuno deve fare la propria parte”

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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