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domenica, Maggio 19, 2024
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GALDIERO,
EUTANASIA
DI UN POLITICO

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Alla fine l’ex primo cittadino ha raggiunto il suo personale scopo in materia di gradimento politico. In poco più di venti mesi è riuscito a farsi “detestare” da tutto l’arco politico istituzionale. Galdiero II, dunque despota poco illuminato del regno dei panzatuosti, non è più sindaco ed ha bruciato velocemente tutte le tappe, fino alla parabola finale. “A casa”, questo l’imperativo categorico che ha unito il centro, la destra e la sinistra dello scacchiere politico locale. In solo due anni, il medico che volle fortissimamente farsi sindaco, ha portato a compimento, suo malgrado, un progetto politico che fino a qualche mese fa era reputato pura fantascienza. L’operazione politica portata avanti dagli undici consiglieri è stato un capolavoro assoluto ed è andato ben al di là di ogni rosea previsione. In un colpo solo il nuovo “laboratorio” della politica qualianese ha estromesso dagli affari pubblici e dall’arte del governo il funesto vecchio ed il presunto nuovo, accreditandosi come vera ed unica classe dirigente agli occhi dell’opinione pubblica. Il think thank che ha spodestato Galdiero dal trono è appena agli inizi e non basta certamente una nuova e scintillante sede nel centro storico a dimostrare coesione e forza politica. Il gruppo degli undici è appena agli inizi e, questa volta, mangiare solo pane e cicoria, può non bastare. Staremo a vedere.



Il vecchio ed il nuovo
. “L’operazione”, come ormai vengono definiti i moti carbonari di fine novembre, ha fatto una altra vittima illustre. A rimanere impallinato dal fuoco della artiglieria pesante è stato anche Schiano. Ritardare ancora di qualche mese la sfiducia al sindaco uscente avrebbe potuto riammettere nell’arena politica anche l’ex primo cittadino Michele II e questo significava riportare indietro di dieci anni le lancette dell’orologio. Quindi da veri rivoluzionari, gli undici non hanno voluto creare nessun equivoco: “Via Galdiero, ma vada retro anche Michele Schiano”. Il messaggio è stato chiaro ed inequivocabile, e l’operazione, almeno dal punto di vista formale, è stata ineccepibile. Ed ora, cosa succederà? Galdiero cosa farà adesso? Si ricandiderà? Ma soprattutto perché è caduto ?


Le sottovalutazioni. Le ragioni che hanno portato la maggioranza dei consiglieri a sfiduciare Galdiero sono molteplici. Ognuno di questi undici signori aveva una ragione diversa per mandarlo a casa. Ai risentimenti personali di qualche singolo personaggio relegato all’opposizione, si è aggiunto il sogno di rivincita di qualcun’altro, poiché nell’ultima campagna elettorale molti sindaci in pectore si sono sciolti come neve al sole. L’ormai ex sindaco ha più volte sottovalutato i segnali di malessere che provenivano da più parti della vecchia e della nuova alleanza. Già nel giugno scorso, durante le votazioni sul Bilancio, Rinascita Democratica, proprio attraverso Massimo Pelella, aveva lanciato chiari messaggi all’indirizzo proprio del primo cittadino. In pratica la lista dell’elefantino dichiarava di votare il preventivo di spesa solo per spirito di coalizione, ma richiedeva al tempo stesso un drastico cambiamento di rotta. E’ stato proprio in quel preciso momento che le prime crepe, già aperte in precedenza dall’Udeur, sono diventate vere e proprie falle che facevano imbarcare acqua al transatlantico denominato “Centro Democratico”. La nave stava effettivamente affondando e Galdiero era l’unico che ancora non se n’era accorto. Il democristiano travestito da colomba iniziava a svestire i panni di risolutore giusto ed illuminato per indossare quelli di un re dispotico che “tiranneggiava” alleati politici e cittadini, questi ultimi sempre più esasperati, impoveriti e scontenti. L’ondata emotiva della privatizzazione dell’acqua e l’aumento a dismisura dei tributi comunali hanno poi fatto il resto. Così la luna di miele iniziata nella calda estate del 2006 fra il popolo ed il nuovo condottiero è presto finita. Si ritorna in “gabina” direbbero a Trezzano sul Naviglio.



Le debolezze politiche.
Dove poteva arrivare dunque una coalizione di liste e partiti il cui comandante in capo si ostinava a non scegliere una precisa rotta politica? Questa amministrazione era riconducibile al centro destra o al centro sinistra? Nessuno dei 20 rappresentati eletti in consiglio comunale lo aveva ancora capito. La sola presenza del logos del Partito Democratico in maggioranza faceva sì intravedere qualcosa, ma a tinte molto fosche. Chi ha mai pensato di vedere Pasquale Galdiero in un tripudio di bandiere rosse? Nessuno.


Si sussurra da più parti che, se forse il doctor avesse fatto parte di un grande partito politico, il malessere amministrativo di questi giorni non sarebbe arrivato ad una frattura così profonda ed irrimediabile. Si sarebbe perso più tempo a mediare, è vero; ma probabilmente non si sarebbe arrivato alla sfiducia, punto estremo e di non ritorno. Se le liste civiche sono state un momento importante nella vita democratica delle nostra città e sono servite a superare steccati politici e barriere culturali a prima vista insormontabili, nel medio e lungo periodo politico esse diventano una debolezza. Oggi questo lo ha capito anche qualcuno di Rinascita. L’accreditamento politico per chi vuole rivestire un qualsiasi ruolo amministrativo o istituzionale è importante e diminuisce drasticamente i rischi di rimanere impallinati. Un sindaco deve volare alto e non deve confondere il suo ruolo con quello di un amministratore di condominio, ma soprattutto, non può essere il catalizzatore di tutte le cose che succedono nella ordinaria vita amministrativa. La leggenda del re dispotico e cattivo narra che egli addirittura si sia interessato alla posizione più o meno strategica dei cassonetti dell’immondizia. Ma queste sono cose da burocrati, da RUP, insomma da mezze maniche e non certamente da primo cittadino. Nei quasi due anni di vita amministrativa che ci siamo lasciati alle spalle si dovevano tessere alleanze, strategie e bei discorsi sul futuro. Ma, soprattutto, come dicono i valorosi pensionati di via Roma, devi imparare a “guardarti la castagna”. Anzi devi fare soprattutto questo, perché questa è la faccia più spregiudicata e pericolosa della politica.


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Il bilancio . E poi che dire dell’azione amministrativa di questi ultimi mesi? E’ stata abbastanza sterile e quelli di Rinascita, così come accadde con Michele Schiano, hanno fiutato il vento del malcontento e previsto con notevole anticipo la tempesta in arrivo: “Galdiero è peggio di Schiano”, questo ormai il leit motiv che accomuna marciapiedi, circoli ricreativi e discorsi di massaie depresse ed insoddisfatte. Chi vive il paese “day by day” ha continuato a vedere lo stesso scempio di sempre e cioè strutture pubbliche devastate e mai rimesse a posto e incendi e discariche che hanno continuato a violentare il nostro territorio. Così mentre la città brucia monnezza, sogni, illusioni, passioni e speranze, il sindaco che fa? Privatizza l’acqua per i prossimi trent’anni, cambia a suo piacimento i burocrati nei settori chiave della vita amministrativa, diventa azionista unico della Multiservizi – Carrozzoni & Affini S.p.A., cambia con il bianchetto la data di nascita di qualche assessore (tanto il nome è lo stesso) e continua a tergiversare sulla pianta organica del comune. “Nepotismo allo stato puro”, ha sentenziato un importante pezzo della vecchia amministrazione. Il gioco era diventato troppo spregiudicato e non poteva durare a lungo. La colomba è volato troppo bassa ed è rimasta impallinata. E’ stato l’ennesimo bluff, ma questa volta qualcuno sul tavolo da gioco gli ha chiamato la “resta”.

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