19 C
Napoli
sabato, Maggio 4, 2024
PUBBLICITÀ

Licola: dopo le ruspe rinasce la pineta

PUBBLICITÀ

di PINO TAORMINA



LICOLA – Quello che avevano in mente gli speculatori che rasero al suolo quattro ettari e mezzo di pineta di Licola non si saprà mai. Ma di certo la Regione, così come aveva promesso, ha cominciato l’opera di rimboschimento. Da ieri gli operai della forestale sono alle prese con l’innesto delle prima tranche di piante di leccio: ce ne vorranno migliaia per risanare quell’angolo della riserva integrale del parco regionale Campi Flegrei devastato dalle ruspe.
Il summit a Palazzo Santa Lucia tra Francesco Vitale, coordinatore del settore demanio e patrimonio, e Vincenzo Stabile, responsabile provinciale del Corpo forestale, ha fatto decollare a tempo di record l’operazione di recupero. «Non possiamo attendere oltre marzo», fu deciso allora. E così è stato. Ma per evitare sgradite sorprese o atti vandalici mentre si dà il via alla fase iniziale degli interventi, l’intera area sarà recintata e le forze dell’ordine vigileranno 24 ore su 24. Nessuno dovrà mettere più piede in quella zona superprotetta per almeno due anni, per dare tempo alla natura di fare il suo corso. I lecci, crescendo, faranno da argine. Più lenta, invece, la ripresa della macchia mediterranea con lentisco e altri caratteristici arbusti.
A pochi passi dalla costa nessuno aveva osato tanto: i devastatori della pineta di Licola avevano fatto in modo che dalla strada nessuno potesse accorgersi di nulla. Intorno all’enorme perimetro di pineta violata, era stato lasciato intatto un filare di lecci. Nel mezzo, però, una devastazione grande 45 mila metri quadrati: sabbia rimossa con le pale meccaniche, dune appiattite, rami accatastati e pronti a essere rivenduti. Anche il legno ricavato sarebbe stato un business. Nel sentiero che porta nel cuore dell’oasi ci sono ancora le tracce dei cingolati.
Un disastro per l’ambiente. Questa volta, però, la magistratura non si è limitata solo ad affidare la custodia dell’area violentata alla Regione. No, questa volta si è andati oltre – del resto non poteva essere altrimenti – «ripristino dello stato dei luoghi» è scritto nell’ordinanza di dissequestro temporaneo della zona.
Via dunque ai sigilli per qualche ora. I lecci sono arrivati, trasportati dai mezzi della Regione Campania e con cura si sta provvedendo a piantarli nelle zona di più rapida diffusione. Bisognava fare alla svelta, prima dell’estate. Questione di clima. Il leccio ama il caldo ed è questo il periodo migliore per poterlo piantare. Ma questa è soprattutto la maniera migliore per rispondere agli speculatori. Perché, ora, spuntarla non è più così facile. Tranne che per i lecci.




IL MATTINO 22 MARZO 2003

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

L’affitto è troppo caro, il prof di Caserta fa 280 km al giorno per insegnare: “Costa meno la benzina”

«Sveglia alle 4 e 5 ore in macchina per andare a insegnare: gli affitti sono troppo cari, costa meno...

Nella stessa categoria