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domenica, Maggio 5, 2024
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CASALESI: UCCISO IL PADRE DEL PENTITO DOMENICO BIDOGNETTI, AVEVA 69 ANNI

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Oltre dodici colpi d’arma da fuoco più il “segno” della camorra: un colpo alla testa. E’ morto così, poco dopo le sei di ieri, Umberto Bidognetti, 69 anni, nessun precedente, padre del pentito Domenico Bidognetti: vale a dire chi, con la sua collaborazione, sta determinando duri colpi al clan dei Casalesi, da anni ritenuto sotto il controllo di Francesco Schiavone detto “Sandokan”. Ecco perché tra tutte le piste che si stanno seguendo, al momento quella della vendetta trasversale sembra essere la prioritaria.
L’agguato è avvenuto nella campagne di Castel Volturno, in provincia di Caserta, nell’azienda bufalina ‘Sementini’ che Umberto Bidognetti aveva preso in fitto. L’uomo era da poco arrivato nella masseria in aperta campagna; si era cambiato, aveva indossato gli stivali. E’ stato lì, in un deposito di mangimi, che è stato avvicinato da due uomini che gli hanno sparato contro. Nell’azienda c’erano anche due tunisini: ai carabinieri hanno riferito di non aver visto nulla, ma di aver solo sentito i colpi e di aver visto un’auto fuggire via. I carabinieri, insieme alla squadra mobile di Caserta, indagano a 360 gradi, ma la pista che sembra prevalere è quella della vendetta trasversale. Il figlio di Umberto Bidognetti è un pentito che, con le sue dichiarazioni, sta contribuendo ad infliggere duri colpi al clan dei Casalesi. E’ il pentito che tempo fa disse che “la camorra è un male assoluto e i camorristi sono solo semplici buffoni”. La vittima era inoltre cugino del boss dei Casalesi Francesco Bidognetti, noto come ‘Cicciotto ‘e mezzanotté, la cui compagna, Anna Carrino, dopo aver gestito secondo l’accusa gli affari del clan, ha deciso di pentirsi. Neanche quindici giorni fa, anche grazie alle dichiarazioni della Carrino, sono scattate oltre 50 ordinanze di custodia cautelare.

fonte: casertaoggi.com






La camorra e´ il male assoluto e i camorristi solo dei semplici buffoni. Forte e chiaro il messaggio che il pentito Domenico Bidognetti mando´ a marzo agli esponenti del clan dei Casalesi, in una lettera letta da un magistrato durante la commemorazione di don Peppino Diana, sacerdote ucciso 14 anni fa mentre si accingeva a celebrare messa. E la vendetta del clan non si e´ fatta attendere: stamattina Umberto Bidognetti, 69enne padre del collaboratore di giustizia, e´ stato ammazzato in un agguato nelle campagne di Castel Volturno.

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Era da poco entrato nella sua azienda bufalina che aveva preso in fitto quando, nel deposito di mangimi, sono entrati in azione i killer. Dodici i proiettili esplosi ai sicari che lo hanno finito con un colpo alla testa. Umberto Bidognetti, nessun precedente penale, e´ stato ucciso solo perche´ padre di un pentito che con le sue rivelazioni ha contribuito a infliggere un duro colpo al clan.

Una organizzazione assai potente, quella dei Casalesi, che sta comunque vivendo un momento difficile, caratterizzato da arresti e sequestri di beni, messo alle corde in seguito alla decisione di esponenti di primo piano di collaborare con gli inquirenti (di recente si e´ pentita anche la moglie del boss Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto e´ mezzanotte), e in forte tensione per il rischio che vengano presto confermate 27 condanne all´ergastolo inflitte al gotha dell´organizzazione.

L´ipotesi della vendetta trasversale e´ l´unica ritenuta attendibile sia dagli investigatori di carabinieri e polizia sia dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia che indagano sull´agguato di stamani. Gli assassini hanno perseguito “un duplice obiettivo”, ha ipotizzato il procuratore aggiunto Franco Roberti, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia.

“Rappresenta cioe´ – ha spiegato – un segnale di ricompattamento dell´organizzazione destinato sia ai detenuti sia ai latitanti per dire: siamo qui e controlliamo ancora noi il clan dei Casalesi; dall´altro lato l´omicidio e´ un segnale di dissuasione nei confronti di chi volesse intraprendere la strada della collaborazione con la giustizia”.

Secondo Roberti potrebbe avere un significato anche la coincidenza con lo svolgimento del processo di appello, che in primo grado si concluse con 27 ergastoli, e che e´ attualmente sospeso per una istanza di legittimo sospetto avanzata da alcuni legali della difesa. L´uccisione di Umberto Bidognetti costituirebbe “un segnale a tutta l´organizzazione in vista di un possibile epilogo negativo del processo” per il clan dei Casalesi.

“Ancora troppo malavita organizzata fa sentire, purtroppo, il suo peso suscitando non poca preoccupazione e scoraggiando cosi´ investimenti ed operatori”, ha detto oggi l´arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, durante la visita a Nola, al Cis-Interporto-Vulcano. Una riflessione che sembra attagliarsi anche per la realta´ del territorio casertano dove i Casalesi esercitano un condizionamento asfissiante sulle attivita´ economiche.


fonte: Metrpolis web

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