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Rifiuti nelle strade, è ancora crisi

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NEI 14 COMUNI DELL’AREA NORD. LE ACCUSE DI RIFONDAZIONE




Non hanno del tutto superato l’emergenza i quattordici comuni invasi dai rifiuti in seguito al blocco dell’impianto Cdr di Caivano. A terra ancora centinaia di sacchetti da rimuovere e da smaltire tra Casoria, Frattamaggiore, Afragola, Grumo Nevano, Cardito. A Casoria, ieri, si contavano ancora 150 tonnellate da smaltire. Tra oggi e domani si dovrebbe arrivare, secondo i calcoli degli esperti del Commissariato per l’emergenza, alla piena normalità, a meno di nuovi colpi di scena o altri blocchi degli impianti di Cdr. Nei giorni scorsi, dopo la rivolta dei cittadini di Caivano, si erano mobilitati anche quelli di Giugliano in seguito alla riapertura termporanea della discarica di Tre Ponti di Parete per accogliere i camion dei centri in emergenza.
Dall’emergenza infinita nelle strade, all’infinita polemica politica sul piano rifiuti, sulla termovalorizzazione e il mancato decollo della raccolta differenziata. Rifondazione comunista ieri ha tenuto una conferenza stampa per illustrare la sua posizione contraria all’attuale gestione del sistema da parte del Commissariato per l’emergenza. «Denunciamo il fallimento del piano regionale dei rifiuti – dice Rifondazione – e vogliamo evidenziare che non vi è alcun legame tra l’emergenza degli ultimi tempi e la mancata costruzione del termovalorizzatore di Acerra. Chiediamo, quindi, un tavolo di confronto con le forze poliche della maggioranza per trovare insieme soluzioni alternative». Alla conferenza di ieri c’era l’intero stato maggiore di Rifondazione, dal senatore Tommaso Sodano al segretario regionale, Vito Nocera, dal capogruppo al Consiglio regionale, Francesco Specchio, al presidente della quarta commissione regionale, Raffaele Petrone. Secco il no «alla logica delle discariche e agli impianti di Cdr». «Nel processo di smaltimento – sostiene Sodano – la costruzione di un termovalorizzatore non è la soluzione immediata, per completare un impianto di quella portata ci vorranno quattro anni e nel frattempo le discariche continueranno a farla da padrone».



Il Mattino 25 aprile 2003

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