ALLO STATO VILLE, AZIENDE E CONTI CORRENTI DI GIUSEPPE MARINO
Omicidi, estrorsioni e un traffico di droga da padrino colombiano. Per anni, Giuseppe Marino, 57 anni, boss del Parco Verde a Caivano, da qualche mese collaboratore di giustizia, ma per i magistrati anche un « esempio quasi scolastico della figura del cammorrista», ha accumulato una vera fortuna. Una villa principesca a Casoria, con mille metri quadrati di parco e con tanto di ruscello artificiale, una tenuta agricola di 7.000 metri quadrati ad Arce, in provincia di Frosinone, un’azienda la « Meccanica Meridionale Snc» di Caivano, due appartamenti nella stessa città e un’altro a Casapulla, in provincia di Caserta, una decina di conti correnti bancari. Un impero economico valutato otto milioni di euro, che da ieri è passato allo Stato, con un decreto di confisca. Gli agenti della questura di Napoli, hanno eseguito l’ordinanza della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli, su proposta del Questore Franco Malvano, che ha dato un deciso impulso alle indagini patrimoniali dei clan della camorra.
Ed è stata la sezione Misure prevenzioni patrimoniali della questura a far luce sull’attività di riciclaggio del denaro sporco, realizzata da Giuseppe Marino, grazie ad una intricata e fittissima rete di prestanome, «teste di legno», reclutati tra i parenti e i familiari più stretti. Una indagine accurata, condotta da specialisti di bilanci e situazioni patrimoniali, che ha permesso di accertare l’enorme fiume di denaro proveniente dal traffico di sostanze stupefacenti e dallo spietato racket delle estorsioni. Somme investite nel settore immobiliare e aziendale.
La confisca dei beni è stato un duro colpo per Giuseppe Marino, destinatario di diverse ordinanze di carcerazione. Qualcuno ritiene che il pentimento avesse come obiettivo la difesa del patrimonio. Così non è stato, i beni sono passati allo Stato.
MARCO DI CATERINO – IL MATTINO 14 GIUGNO 2003
