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venerdì, Giugno 28, 2024
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Residenti di nuovo appestati nella zona Asi di Giugliano

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di TONIA LIMATOLA




GIUGLIANO – Residenti di nuovo appestati nella zona Asi di Giugliano. I miasmi pestilenziali si innalzano dalle vasche del depuratore chiuso tre anni fa e dalle ecoballe accatastate in una discarica dismessa. Barricati in casa nonostante il gran caldo, i residenti lanciano sos.
«Abbiamo chiesto ai tecnici della regione di mandarci degli esperti per verificare la presenza di scarichi illegali – dicono dal comitato civico Ponte Riccio -. Da venti giorni l’aria è fetida e, col depuratore chiuso, non capiamo cosa stia succedendo». Il cattivo odore, poi, arriva anche dalla discarica Resit, ormai dismessa, a poche centinaia di metri dall’impianto di Cdr. In questo caso le spiegazioni dei tecnici sono già arrivate. «Ci hanno detto che il cattivo odore arriva dal materiale imballato che è stato scoperto durante le operazioni di trasferimento delle ecoballe in altri siti», dicono a Giugliano.
Nel frattempo, però, non si respira e con le temperature di questi giorni rimanere chiusi in casa è veramente un calvario. Il cattivo odore è così forte che investe anche gli automobilisti che transitano sulla circumvallazione esterna, in direzione Lago Patria, e ne risentono anche le centinaia di lavoratori delle numerose imprese dell’area industriale. Quello dei miasmi è un disagio cronico, ormai. La lista delle fonti da cui hanno origine è lunga. A partire dai roghi perpetui di rifiuti scaricati illegalmente, dall’autocombustione dei rifiuti urbani lasciati sotto al sole, insieme con le erbacce secche.
Senza contare che la concentrazione di impianti per lo smaltimento e la raccolta di immondizia (Cdr e piattaforme) nella stessa zona non lascia scampo. Insomma tutte operazioni a rischio per l’olfatto. Un giorno sono i camion diretti in discarica a lasciare scie di percolato e cattivi odori; quello successivo sono le immondizie accatastate negli impianti oppure quelle abbandonate lungo il perimetro dell’Asi.
Adesso ritorna l’emergenza del depuratore. Il suo funzionamento fu sospeso proprio per questo motivo a settembre del ’99 da un’ordinanza dei sindaci di Giugliano e Qualiano per placare le proteste dei residenti. Nel mirino i miasmi che si temeva fossero nocivi per la salute di bimbi e anziani, aggrediti da un’anomala ondata di disagi alle vie respiratorie. Da allora è in corso un feroce contenzioso tra il consorzio Asi e la ditta tedesca che gestiva l’impianto per l’esborso di diversi milioni di euro per svuotare e ripristinare l’impianto. Soluzione che piace anche agli operatori turistici che non si stancano di denunciare l’inefficacia del depuratore di Cuma. Intanto, una volta chiuso quello di Giugliano, però, sembrava che almeno il disagio della puzza fosse stato archiviato. Invece periodicamente si ripresenta. «Un disagio che, insieme a una folta presenza di rom, scoraggia l’arrivo nell’area di nuove imprese», dicono gli imprenditori del consorzio imprese Giugliano. Un ostacolo da rimuovere per rilanciare economicamente la zona e abbassare il tasso di disoccupazione in città.



IL MATTINO 29 LUGLIO 2003

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