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Marano: «Stipendi truffa», danno da 200mila euro

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E’stato quantificato in circa 200mila euro il danno erariale subito dal Comune per effetto della truffa che vede coinvolti tre dipendenti dell’Ente, di cui due sospesi dal servizio in via cautelativa dalla commissione disciplinare istituita dall’amministrazione cittadina, tutti accusati di aver percepito stipendi maggiori a quelli spettanti. L’attività di indagine portata avanti dai carabinieri della tenenza di via Lazio, unitamente alla Procura di Napoli, mira a far luce su uno scandalo scoppiato in seguito alla denuncia del responsabile del settore economico-finanziario del Comune. Un’inchiesta che si sta arricchendo di nuovi particolari e che sembra destinata ad allargarsi, coinvolgendo sia i funzionari della precedente amministrazione sia di quella in carica guidata da Salvatore Perrotta. Dopo le perquisizioni negli uffici comunali e nelle abitazioni dei tre indagati – in servizio rispettivamente presso la segreteria, la contabilità e gli uffici della Protezione civile, i militari dell’Arma coordinati dal tenente Augusto Di Carlo hanno effettuato una serie di controlli presso la tesoreria comunale. Ullteriori accertamenti, poi, sono stati disposti sul patrimonio personale dei tre dipendenti comunali – che nei giorni scorsi hanno fatto richiesta di essere ascoltati dal Pm Gianfranco Scarfò – ma del denaro sottratto alle casse dell’Ente non vi sarebbe alcuna traccia. Un’indagine complessa, riferita a un arco temporale che va dal 2005 al 2009, il cui esito si conoscerà soltanto nei prossimi mesi. “C’è un’inchiesta in corso e quindi ci atterremo a quanto accerteranno gli inquirenti – spiega il sindaco Salvatore Perrotta – Per quel che ci riguarda, abbiamo applicato le sanzioni come previste dalle leggi non solo per tutelare la collettività, ma anche per stigmatizzare i comportamenti sbagliati a tutela dei tanti lavoratori che compiono il loro dovere quotidianamente con onestà e dedizione”. Il raggiro sarebbe stato architettato con l’ausilio di un sistema che prevedeva la correzione telematica degli importi mensili. Gli ideatori della truffa, in pratica, avrebbero agito direttamente sui bonifici bancari, gonfiati anche del doppio rispetto alle buste paghe che, invece, non presentavano alcuna anomalia. Dai contorni ancora incerti, invece, è la vicenda che vede coinvolto un quarto dipendente comunale, anch’egli sospeso dal servizio, denunciato alla Procura di Napoli per un ammanco risalente al 2005. Dello scandalo degli stipendi gonfiati al Comune se n’è discusso anche durante l’ultima seduta consiliare, incentrata sul fallito tentativo da parte dell’opposizione di sfiduciare il primo cittadino. (Il Mattino – 27/12/2009)

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