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GIUGLIANO, AL VIA LA DISCUSSIONE SULLA RELAZIONE PROGRAMMATICA

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di TONIA LIMATOLA




GIUGLIANO – La maggioranza della giunta di Giugliano, ritrovata l’unità sull’ampliamento della rosa degli assessori, affronta, finalmente, la relazione programmatica del sindaco Taglialatela e ratifica il provvedimento sulla nuova normativa sismica, ma è costretta a rimandare l’approvazione della modifica dello statuto comunale.
Come annunciato da tempo, infatti, l’altra sera l’opposizione non ha votato, allungando così i tempi per portare da sei a dieci il numero dei componenti della giunta.
Il motivo? «Si tratta di un patto scellerato per spartirsi le poltrone e che pesa sulle casse comunali», hanno tuonato in aula dal centrodestra. Nel mirino di Udc e Forza Italia anche la scelta di portare in discussione solamente i due articoli (39 e 67) della carta cittadina funzionali all’ampliamento e ai tempi di entrata in vigore.
Quindi l’altra sera per far passare il provvedimento non sono bastati i 17 voti del centrosinistra, ma c’era bisogno della cosiddetta «maggioranza qualificata», cioè di 21 voti. Cosa succederà adesso? La delibera necessita di essere votata in due sedute consiliari successive e, in tutti e due i casi, di essere votata dalla maggioranza dei consiglieri presenti in aula. Dopodiché, prima che diventi efficace, dovranno trascorrere 30 giorni dalla pubblicazione. Nella seduta fiume dell’altra sera, conclusasi dopo mezzanotte, i politici hanno discusso, su proposta del centrodestra, anche delle osservazioni da presentare al «Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Napoli», il quale prevede la realizzazione dai 30 ai 50 mila nuovi alloggi nel Giuglianese per ospitare gli sfollati, circa 30mila, delle zone a rischio eruzione del Vesuviano.
Il timore è che Giugliano, già con servizi e infrastrutture insufficienti per gli attuali 100mila abitanti, possa scoppiare di disagi e disservizi.
«La proposta di osservazione al piano provinciale – dice il sindaco Francesco Taglialatela – è stata affidata alla IV commissione, allargata ai capigruppo consiliari, in modo da arrivare in consiglio con una proposta unitaria entro il 4 dicembre». Le polemiche all’interno del centrosinistra non sono mancate.
L’altra sera si è dimesso il capogruppo del gruppo misto Domenico Taglialatela (Ds) in disaccordo con il presidente dell’assise, Vincenzo Comune (Margherita) accusato di aver «vanificato gli sforzi della conferenza dei capigruppo ignorando l’ordine cronologico degli argomenti in discussione proposto».

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IL MATTINO 12 NOVEMBRE 2003

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