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Giugliano provincia autonoma e il Litorale vuole l’autonomia

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Giugliano provincia autonoma, il Pdl rispolvera una proposta degli anni ’80 e annuncia una petizione popolare a sostegno del progetto. Non si placa, dunque, il vento secessionista tra Napoli e Caserta: se il Litorale vuole l’autonomia amministrativa da Giugliano chiedendo per referendum l’istituzione del Comune di Lago Patria, per tutta risposta il centrodestra ora al governo rilancia attivandosi per far diventare la città, con 140 mila abitanti e 94 kmq, provincia autonoma. L’obiettivo politico: staccarsi da Napoli e portarsi appresso, oltre ai confinanti comuni del Casertano, ovviamente, anche la fascia costiera. «I presupposti ci sono tutti – dice Antonio Dell’Aquila, capogruppo consiliare Pdl e promotore dell’iniziativa – E sono maturi anche i tempi con un governo nazionale di centrodestra. Giugliano è stata per troppi anni succube di Napoli, che ha fortemente trascurato le emergenze di questa realtà, e non chiede altro che riscattarsi». Il richiamo è alla spazzatura: la città ha offerto ampi spazi alla risoluzione della crisi regionale. Intanto, lanciata la proposta, il dibattito si infiamma. Sono anni che periodicamente se ne torna a parlare, ma finora la proposta non è mai diventata progetto di legge. Se ne dovrà discutere anche in Consiglio regionale. Non dice sì, né no il consigliere regionale, Giuseppe Maisto, Api, di Giugliano. «Con tutte le emergenze e i ritardi che mandano in sofferenza la città, parlare di provincia autonoma ora che si viaggia verso le aree metropolitane mi sembra assurdo», dice Maisto, relatore della legge sull’autonomia del Litorale. «Un nuovo comune ha più senso e lo prevede ancora la legge», aggiunge Maisto. Intanto, si infiamma la polemica. Per primo l’idea la lanciò l’attuale sindaco Giovanni Pianese, alla fine degli anni Ottanta quando era sindaco dell’allora Dc. Poi, nei dieci anni di governo del centrosinistra l’ipotesi finì in un cassetto per il no deciso dell’allora sindaco Ds, Giacomo Gerlini. Ma, vuoi per il malcontento per il trattamento subito da Napoli in materia di rifiuti e la carenza di infrastrutture e servizi, il dibattito non si è mai placato. Così si rispolverano antiche ruggini e si scontrano di nuovo le ragioni del sì e del no. Chi è a favore fa appello alle maggiori affinità culturali, rispetto a Napoli, con i comuni della diocesi di Aversa. Chi è contrario, invece, trova assurdo parlare di nuovi enti in tempi di tagli della spesa pubblica e deregulation fiscale.




Pianese: «Avremmo solo vantaggi L’identità? Ci accomuna a Caserta»


«È una vecchia idea che abbiamo ripreso sulla riflessione che siamo l’unica città non capoluogo di provincia ad avere quest’estensione territoriale». Non fa giri di parole il sindaco Giovanni Pianese, Pdl, che punta dritto all’autonomia. Il paragone con gli altri capoluoghi di provincia regge: Giugliano, in effetti, è più estesa rispetto a Salerno, e ha quasi il doppio degli abitanti di Avellino. Non a caso è considerata la terza città della Campania. Ma quali sarebbero i vantaggi per il cittadino? «Siamo in pratica una grande città senza le strutture di una grande città. Senza contare che siamo penalizzati dalla vicinanza con Napoli, a cui vanno le attenzioni e le risorse maggiori. Noi pensiamo ai ritorni in termini di sicurezza per la prevista presenza di una prefettura e dei comandi provinciali dell’Arma, per esempio. Giugliano, capoluogo di provincia ospiterebbe uffici giudiziari e tributari. Anche l’economia ne trarrebbe vantaggio. Potremmo contare, poi, su un ospedale più attrezzato e meno soggetto a tagli». Ma è la risposta alla spinta autonomistica del Litorale? «Se si parla di Lago Patria come comune, non vedo perché non si può fare di Giugliano un capoluogo di Provincia assieme ai comuni del basso Casertano, con i quali condividiamo cultura e tradizioni». Così la città avrebbe più voce in capitolo anche sul caso rifiuti? «Ovviamente».



Taglialatela: «La crisi impone che si parli di tagli e non di costi»



Mi lascia perplesso in un momento di grave crisi in cui si deve necessariamente parlare di progetti sovracomunali per intercettare risorse, pensare a un nuovo ente, con tutto il gravame economico e finanziario che questo comporterebbe». Lo afferma l’ex sindaco Francesco Taglialatela, Pd, che a metà degli anni Duemila si era ritrovato ad affrontare la questione. È per un no deciso a Giugliano provincia autonoma, quindi? «Diciamo che sul piano istituzionale potrei anche essere favorevole pensando ai vantaggi in termini di potenziamento di infrastrutture e servizi, ma ritengo che non bisogna perdere di vista le condizioni attuali del nostro sistema burocratico e di finanziamento». L’iniziativa serva a mescolare le carte in vista del referendum di cui si parla per istituire il Comune di Lago Patria? «Non escludo che possa trattarsi di una boutade del centrodestra per ostacolare il percorso dell’autonomia del litorale. L’Amministrazione dovrebbe seriamente registrare l’istanza che arriva da quei luoghi». Il malcontento dei residenti della fascia costiera si trascina da anni. «Tra il centro e il litorale si contano venti chilometri e il centrosinistra aveva anche puntato su un anello ferroviario per accorciare le distanze. Avevamo anche istituito un’apposita delega per le periferie. Insomma, qualcosa stava cambiando e in meglio».


Tonia Limatola
Il Mattino il 20/01/11

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