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la settimana del 22 novembre 2003

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L’INCHIESTA. Falegname algerino nell’operazione diretta da Torino, perquisito l’appartamento


Giugliano, blitz contro un terrorista «in sonno»



Clandestino legato ad Al Qaeda: espulso. Lavorava in città da due anni



GIUGLIANO. Dalle montagne scoscese dell’Afghanistan alla periferia urbana di Giugliano. Al Qaeda, la ramificata organizzazione terroristica di Osama bin Laden, aveva uno suo referente nell’hinterland a nord di Napoli. Nell’archivio militare dello sceicco del terrore c’era chi aspettava un suo ordine di morte in un appartamento di Giugliano, al civico 10 di via Simeone. Si tratta di Charef Yacine, algerino di ventotto anni, da due residente a Giugliano, un lavoro al nero e nessun permesso di soggiorno. Nella notte tra lunedì e martedì gli uomini della Digos sono penetrati nel suo appartamento con un decreto di perquisizione. In casa è stato sequestrato diverso materiale cartaceo, agende e numerosi appunti manoscritti, che ora dovranno essere tradotti da un interprete.
Yacine, inesistente per lo Stato italiano, indagato per terrorismo internazionale, è un «dormiente» dell’esercito di bin Laden, vale a dire in attesa di ordini. E’ uno dei sette finiti nella lista dei pm Sandro Ausiello e Marcello Tatangelo della procura di Torino, titolari dell’inchiesta sulla cellula italiana di Al Qaeda. Gli agenti lo hanno condotto in questura, poi è stato trasferito a Torino, da dove è stato infine è espulso. Sette persone in totale (sei marocchini e un algerino, appunto). Tutte «segnalate per la loro attività di proselitismo e favoreggiamento nei confronti di organizzazione terroristiche di matrice islamica». Tra loro, Charef Yacine. Di lui si sa veramente poco. Il suo nome è in un fascicolo dell’Ucigos. Con un avvertimento in codice alla Digos di Napoli: «Attenzionate il soggetto». Nato a Boufark Blinda, in Algeria, il 28enne si era stabilito clandestinamente a Giugliano da circa due anni. In città si era arrangiato con diversi lavori manuali: prima come bracciante agricolo, poi come garzone in una falegnameria. Non risulta, comunque, che l’extracomunitario avesse mai svolto attività religiosa. Viveva nell’appartamento di via Simeone 10 con un connazionale che, però, non avrebbe nulla a che fare con il terrorismo.
Tuttora non è ancora chiaro quale fosse il ruolo esatto dell’algerino all’interno della cellula islamica. Come nel caso degli altri sei arabi espulsi dall’Italia, anche nei confronti di Charef Yacine i pm avevano chiesto l’arresto. Il gip Sabrina Noce aveva però respinto l’istanza nella convinzione che non vi fossero «elementi sufficienti». Degli espulsi cinque erano residenti a Torino e uno a Reggio Emilia. Secondo gli inquirenti il gruppo si occupava, tra l’altro, di reclutare volontari per la «guerra santa» e raccogliere fondi da destinare ai familiari dei terroristi-bomba. Le inchieste della procura di Torino non hanno però portato alla scoperta di alcun progetto di attentato in Italia.

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Bandiere e silenzio, addio ai morti di Nassiriya

GIUGLIANO. Saracinesche abbassate, bandiere a mezz’asta, tricolori sui balconi di casa, un minuto di silenzio nei municipi, nelle scuole, in molti uffici. Così il Giuglianese, mentre a Roma si svolgevano i funerali di Stato, ha partecipato al lutto nazionale di martedì scorso per le vittime di Nassirya. Messe in onore dei caduti sono state celebrate a Mugnano, Sant’Antimo, Giugliano. Manifesti a lutto sono stati affissi a Qualiano, Calvizzano, Marano e Melito. Fiori e peluche sono stati sistemati all’ingresso della caserma dei carabinieri di Giugliano, in viale dell’Acquario.




Arrestato latitante del clan Ferrara

VILLARICCA. Polizia e carabinieri lo rincorrevano da oltre dodici anni. Luigi Cacciapuoti, 44 anni, ritenuto capozona del Comune di Villaricca, è stato arrestato dagli agenti del locale Commissariato dopo un lunghissimo periodo di latitanza. Per gli inquirenti il 44enne sarebbe un elemento di primo piano del clan Cacciapuoti-Ferrara, l’alleanza che da anni impera a Villaricca sotto l’egida del clan Mallardo di Giugliano. Cacciapuoti è stato fermato lunedì scorso: era in possesso di due documenti falsificati.





Tentata estorsione, condannati in due
GIUGLIANO. Si è concluso venerdì 14 novembre il processo per Giuseppe Lubrano, 40 anni, originario di Pignataro Maggiore (Ce), figlio del boss Vincenzo, e per il cognato Marcello Barti, 41 anni, di Giugliano. Quattro anni di reclusione sono stati inflitti a Lubrano, cinque al cognato. Entrambi sono accusati di tentata estorsione. Secondo l’accusa, i due, titolari di un’azienda che si occupa di buste di cellophane, avrebbero imposto il monopolio in questo settore, nella zona compresa tra Capua e San Felice a Cancello. Due imprenditori taglieggiati denunciarono però le minacce, e fecero partire l’inchiesta del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Lubrano e Barti furono arresti nell’ottobre del 2002. La sentenza arriva ad un anno esatto dall’omicidio di Lello Lubrano, fratello di Giuseppe. La cosca da sempre vanta un forte legame con il clan Nuvoletta di Marano (Lubrano jr aveva infatti sposato Rosa Nuvoletta, figlia del defunto boss Lorenzo). Lello Lubrano fu ucciso il 14 novembre 2002 in un agguato camorristico a Pignataro Maggiore, in pieno centro.




72enne ucciso dal gas del braciere
GIUGLIANO. Un pensionato di 72 anni, Pietro Maisto, originario di Giugliano, è morto asfissiato per le esalazioni di monossido di carbonio emesse da un vecchio braciere. L’uomo, vedovo da anni, aveva una casetta a Gallo Matese, nel Casertano, e lì si era trasferito da qualche giorno con la sua compagna. In camera da letto aveva portato un braciere per riscaldare l’ambiente. La stanza era ermeticamente chiusa e scarso era il ricambio d’aria con l’esterno. A poco a poco il monossido di carbonio ha ucciso il 72enne. E’ stata invece trasportata all’ospedale di Piedimonte Matese la sua convivente. La donna, una rumena di 42 anni, è ora ricoverata in prognosi riservata.





Soffre di depressione, si suicida
GIUGLIANO. Si è suicidato ingerendo una confezione di calmanti. Il corpo senza vita di Maurizio D’Angelo, 44 anni, di Giugliano, è stato trovato in un albergo di Agnano. L’uomo soffriva di depressione. Il cadavere è stato trasferito all’ospedale “San Paolo” di Napoli dove è stato sottoposto ad autopsia.




Cantieri abusivi, cinque denunciati
GIUGLIANO. Scacco matto ai signori del calcestruzzo. Nel corso di tre differenti interventi, i carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Gianluca Trombetti, hanno sequestrato un cantiere abusivo a Qualiano, tre immobili e due manufatti a Lago Patria. Cinque le persone denunciate. I primi a finire nella rete dei militari sono stati i coniugi Crescenzo ed Eugenia P., di 50 e 38 anni, responsabili dei lavori edili eseguiti senza licenza al Corso Mediterraneo di Qualiano. Il manufatto è stato posto sotto sequestro. I sigilli sono stati apposti ad altri tre immobili abusivi del valore di 300 mila euro in via Madonna del Pantano, a Lago Patria. Denunciato il proprietario, Bartolomeo P., 28 anni, originario di Casapesenna, nel Casertano. Altre due costruzioni abusive sono state infine scoperte in via Ripuaria, a Giugliano. Denunciati due fratelli, Luigi e Antonio P., di 55 e 56 anni, entrambi residenti a Qualiano. Il valore degli immobili ammonta a 200 mila euro.





Truffa, dieci camionisti nei guai

GIUGLIANO. Dieci camionisti sono stati denunciati per falso e trasporto di merci pericolose. Gli autisti trasportavano a Giugliano tonnellate di scarti edili provenienti dai cantieri di Ischia, senza però certificare la presenza dei “rifiuti pericolosi” a bordo. Il meccanismo era semplice. Per risparmiare i salati pedaggi imposti dagli armatori, i camionisti nascondevano gli scarti edilizi sotto uno strato di terreno. Nessun accenno ai “rifiuti speciali” veniva annotato nella certificazione. A scoprire la truffa sono stati gli uomini della guardia costiera di Pozzuoli, guidati dal comandante Francesco Perotti. E’ bastato seguire la colonna di camion fino a Giugliano per scoprire che il materiale vietato, coperto dal primo strato di terreno, veniva sversato nelle discariche come spazzatura normale, e quindi non pericolosa. I dieci camionisti sono stati multati per un importo complessivo di quasi 70mila euro.





Scoperto deposito fuorilegge, due denunciati
VILLARICCA. I carabinieri della Compagnia di Giugliano hanno sequestrato un deposito illegale di ricambi per auto. All’interno del capannone, sito in località Scalzapecora a Qualiano, nei pressi di via Ripuaria, i militari hanno rinvenuto decine di auto, camion, pneumatici, motori ed estintori: tutti rigorosamente rubati. I carabinieri, diretti dal capitano Gianluca Trombetti, sono giunti al deposito grazie al segnale emesso dall’antifurto satellitare installato su di un camion trafugato a Latina. Denunciati per ricettazione i proprietari del capannone. Si tratta di Vincenzo A., 51 anni, e Giovanna A., 50 anni, entrambi residenti a Villaricca.




Marano, poliziotti sventano una rapina
MARANO. Gli agenti della polizia municipale sventano una rapina a Marano. Concitata la dinamica dell’episodio, ricostruita dagli stessi poliziotti. I due rapinatori – si legge in una nota diffusa dal Comando – scelta la vittima tra gli automobilisti intrappolati nel traffico, la costringono sotto la minaccia di una pistola, a farli salire a bordo della vettura e, condotta la malcapitata nella più isolata via Di Vittorio di Mugnano (al confine tra Marano, Mugnano e Napoli) le intimano di scendere dall’auto e consegnare le chiavi del veicolo, soldi e quant’altro di valore avesse con sé. Il finale, questa volta, è diverso. Tre operatori della Polizia municipale assistono alla scena, bloccano e disarmano i rapinatori.





Giugliano, raid in cartoleria
GIUGLIANO. Raid armato alla cartoleria “Fantasia”, malvivente in fuga con 600 euro. Un bandito solitario ha fatto irruzione nel negozio di via Colonne, a Giugliano, e si è fatto consegnare l’incasso della giornata. Il titolare della cartoleria, sotto la minaccia di una pistola, ha dapprima esitato, poi gli consegnato i 600 euro. Sul caso gli agenti del locale Commissariato.





Mugnano, in manette ricettatore 23enne

MUGNANO. Vincenzo Marfella, 23 anni, originario di Mugnano, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Giugliano con l’accusa di ricettazione. Il giovane è stato fermato dai militari in via Napoli mentre era a bordo di un Liberty Piaggio rubato. Il ciclomotore era stato sottratto al proprietario lo scorso 11 luglio a Napoli.





Droga, arrestato 27enne
VILLARICCA. E’ finito in manette con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. Stefano Keller, 27 anni, residente a Villaricca, è stato arrestato dagli uomini del Commissariato di Giugliano, diretti dal vicequestore Alberto Francini. Il giovane si era reso irreperibile dal giorno in cui era stato emesso il mandato dall’autorità giudiziaria. Nella rete della polizia sono inoltre finiti Sofia Prisco, 29enne di Melito, destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare di due anni e sei mesi per ricettazione, e Luca Milucci, anch’egli di Melito, condannato a 15 mesi di reclusione per devastazione allo stadio “San Paolo” di Napoli.

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