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domenica, Maggio 12, 2024
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Seminavano il terrore tra i commercianti, presi in 25

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Agguati, danneggiamenti ed estorsioni, il clan De Rosa era diventato il terrore di commercianti e imprenditori qualianesi. Non si muoveva nulla che loro non sapessero e appena una nuova attività cominciava, eccoli che spuntavano per richedere il pizzo. Controllavano anche il giro dell’usura e nulla cominciava senza l’assenso del boss, Paride De Rosa rinchiuso in carcere dal 2008 per detenzione di armi e condannato dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Secondo le indagini, De Rosa tramite la moglie, Teresa Esposito avrebbe mantenuto le redini del clan. Nell’inchiesta giunta ieri ad una svolta con 25 ordinanze di custodia cautelare si è fatta luce su due omicidi avvenuti tra il 2007 ed il 2009, su un pestaggio verificatosi nel 2008, su due attentati avvenuti tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Al centro dell’inchiesta l’agguato a Raffaella D’Alterio, la vedeva del capo clan Pianese, e ai danni di un’altra donna, Fortuna Iovinella.
I carabinieri e la polizia, hanno indagato a fondo ricostruendo, tassello dopo tassello, quanto avvenuto nelle fila del clan capeggiato da Paride De Rosa, rimasto fedelissimo di Nicola Pianese, detto “O’ mussuto” fino alla sua morte, avvenuta nel 2006 a seguito di un agguato. Ci fu una scissione nel clan per il controllo del territorio e una guerra combattuta a colpi di agguati.

Sono 25 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha coordinato il lavoro delle forze dell’ordine. Venticinque persone tutte ritenute affiliate alla cosca capeggiata dal boss Paride De Rosa, residenti tra Qualiano, Giugliano e Pozzuoli. Si tratta di: De Rosa Paride 46 anni di Qualiano, Barretta Aniello, 35 anni di Qualiano, Ciccarelli Agostino, 47 anni di Giugliano, Compagnone Luciano, 50 anni di Pozzuoli, D’Agostino Gennaro, 48 anni di Qualiano, De Simone Umberto, 54 anni Pozzuoli, Di Domenico Vincenzo, 29 anni di Pozzuoli, Feniello Salvatore, 41 anni di Qualiano, Giacomelli Massimo 34 anni di Secondigliano, Migliaccio Agostino, 56 anni di Qualiano, Perillo Nicola 35 anni di Qualino, Poerio Nicola 36 anni di Qualiano, Toto Giuseppe 33 anni di Giugliano tutti già detenuti. Erano invece in stato di libertà: Poerio Luigi 44 anni di Qualiano, Pedata Salvatore 38 anni di Qualiano, Palladino Gugliemo 50 anni di Giugliano, Nocera Michele 36 annidi Casoria, Montanino Giorgio 41 anni, Casalnuovo, Migliaccio Marco di 28 anni di Qualino, Ferraro Vincenzo 29 anni di Maddoloni, Ferraro Michele 28 anni di Maddaloni, Esposito Teresa, 39 anni di Qualiano, Di Nardo Giuseppe 52 anni di Qualiano, Di Marino Salvatore 45 anni di Qualiano e D’agostino Gianluca, 22 anni di Qualiano. Gli arrestati sono accusati dei reati di associazione mafiosa, estorsione, omicidio e tentato omicidio, traffico di droga, porto e detenzione illegale di armi.

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L’indagine
si è sviluppata in due fasi – la prima seguita dalla polizia (squadra mobile della Questura di Napoli e commissariato di Giugliano), la seconda dai carabinieri della Compagnia di Giugliano, coordinati dal capitano Alessandro Andrei – che si e’ avvalsa anche del contributo di 6 collaboratori di giustizia: Chianese D’Arbritrio, Cappiello e sua moglie Maria Grazia Romano, Ciro Pianese e Rosario Sulmonte. Gli investigatori hanno scoperto i presunti responsabili di agguati, danneggiamenti ed estorsioni. Le ‘quote’ del pizzo aumentavano soprattutto in prossimita’ delle festivita’, cosi’ come avvenuto nella Pasqua del 2008. Richieste sempre piu’ pressanti, le due fazioni in lotta provvedevano al mantenimento anche delle famiglie degli affiliati finiti in carcere. Ma non solo. Un ruolo strategico sarebbe stato ricoperto anche da alcune donne, come la moglie del ‘capo’, Paride De Rosa.

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