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Tric trac fuorilegge

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di PEPPE RUGGIERO

Legambiente Campania




Cinquanta fabbricanti abusivi di botti a Napoli e provincia


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Centinaia di feriti l’anno, un business miliardario che alimenta la criminalità organizzata. Chi fabbrica, e chi compra, i “fuochi selvaggi”








Osama Bin Laden, Taricone, Kamikaze, Maradona. Nomi famosi, personaggi che sono presenti nelle cronache quotidiane. Ma a Napoli e in provincia, come in tutto lo Stivale, rappresentano anche i nomi di ordigni pericolosi, bombe micidiali. Chili di esplosivo pronti ad esplodere, pronti a far male e in molti casi ad uccidere. Basta una miccia troppo corta.



BOLLETTINO DI GUERRA

Un stupida tradizione, quella dei botti di fine anno, che miete vittime da bollettino di guerra. Basti pensare che negli ultimi dieci anni botti e petardi di Capodanno hanno ucciso nel nostro paese ben 24 persone facendo registrare circa 10.000 feriti, al ritmo di quasi mille ogni anno. Un bilancio drammatico che purtroppo si rinnova puntualmente, alimentato dal commercio clandestino di botti illegali. E la capitale della produzione di botti non poteva che essere Napoli e provincia, soprattutto alle falde del Vesuvio, dove raudi e tric trac vengono confezionati in carta stagnola spesso da pseudo “artigiani” con la sigaretta tra le labbra che spendono poco e incassano molto. Un esempio? La “bomba Osama”, fra le ultime arrivate, può costare oltre i 280 euro ma il suo composto (polvere pirica ed altre misture) non supera, a prezzo di costo, 50 euro.



BANCARELLE E SCANTINATI

Una cinquantina le aziende fuorilegge individuate mentre solo in provincia di Napoli sono ben 36 le fabbriche di fuochi d’artificio autorizzate e recensite dalla Questura di Napoli nel 2001. Ma lo scorso anno, su un controllo di queste trentasei, ben 20 sono i titolari denunciati per violazione di vario tipo legati alla sicurezza del prodotto. I canali di distribuzione sono gli stessi usati per il contrabbando e la droga. Tutto sottobanco. Stessi canali, stesse organizzazioni. Le bancarelle per la vendita dei botti spuntano in città e provincia come funghi, per essere smantellate la notte stessa di Capodanno. Ci sono zone del centro storico, Secondigliano, Pianura, Piazza Mercato dove la vendita viene camuffata sotto le bancarelle delle sigarette di contrabbando. Ma spesso la vendita più “pericolosa” viene effettuata presso scantinati o appartamenti. Basta trovare la persona giusta. Ma non solo Napoli. Viene servito anche il mercato siciliano, con il trasporto sulle navi di linea Napoli-Palermo.



CHI VENDE E CHI COMPRA

Per fabbricare una bomba si impiegano dai 15 ai 30 minuti con una spesa che non supera i cinque euro. La stessa viene poi rivenduta al mercato locale a 50 euro in novembre e 200 euro a ridosso di Natale. Al Nord, Milano e Torino tocca perfino la cifra di 500 euro. Gli spacciatori di botti sono in grado di fabbricare anche 300 bombe in un mese. «Sono dei criminali – dice un titolare di una fabbrica perfettamente in regola che vuole rimanere nell’anonimato – che per risparmiare non usano neanche la miccia di ritardo. Quella spoletta che dà venti secondi di tempo prima che l’ordigno esploda, permettendoti di allontanarti prima che esplode». E i clienti? Si va dal piccolo guappo che sogna di diventare boss al professionista affermato. Entrambi stregati davanti al gioco proibito dei fuochi.



I SEQUESTRI

Contro questa tragedia annunciata, ogni anno personaggi del mondo dello spettacoli, medici, forze dell’ordine danno il loro contributo contro la difficile battaglia dei “fuochi selvaggi”. Spesso anche con ottimi risultati. Basti pensare che lo scorso anno nei giorni che hanno preceduto il Capodanno, sono stati molto più numerosi del passato i sequestri di botti fuorilegge: in Italia ben 104 tonnellate di materiale pirotecnico, oltre un milione e 700 mila pezzi già confezionati, 54.934 lanciarazzi. Oltre 450 le persone denunciate. «Ogni anno prepariamo un piccolo vademecum – dichiara Vincenzo Sorrentino, presidente dell’Associazione di medicina d’urgenza dell’ospedale Cardarelli di Napoli, da anni in prima fila nell’opera di prevenzione – con consigli minimi per un capodanno all’insegna della sicurezza: indossare occhiali con mascherina protettiva e guanti in materiale non sintetico, evitare giacche a vento ed indumenti infiammabili. Se il fuoco non si accende meglio desistere e prima gettarli passarli sotto l’acqua. Inoltre – conclude Sorrentino – evitare il stupido gioco di far scoppiare i petardi in contenitori di vetro».





28 dicembre 2003


(Peppe Ruggiero)



http://www.lanuovaecologia.it/ecomafie/protagonisti/2631.php

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