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Feste di sangue ad Afragola

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Non frena la guerra di camorra. Ancora grave l’uomo colpito dai killer in una concessionaria




di
MARCO DI CATERINO




Capodanno rosso sangue. Due omicidi, e un terzo mancato per un soffio in meno di un mese, sono il tragico bilancio della spietata impennata di una nuova guerra di camorra scoppiata ad Afragola. L’altra sera i killer sono entrati ancora una volta in azione. Nel mirino della batteria di fuoco Antonio Castaldo, 38 anni, un unico precedente penale risalente al 1986, centrato da sei proiettili calibro 38 e da due scariche di lupara caricata a pallettoni.
L’agguato è avvenuto lunedì sera, poco dopo le diciannove, nei locali della concessionaria per auto «City Motor» in via Nunziatella, nel cuore del centro storico di Afragola, gestita da Salvatore Capone, fratello di quel Gianpaolo,, chiamato «colonello» del clan Magliulo, trucidato a Paestum nell’estate del 1996 sotto gli occhi terrorizzati della figlia di quattro anni. Anche Antonio Castaldo doveva morire e non avere scampo. E questo la vittima lo sapeva, visto che girava con una Beretta calibro 9 che però gli assassini non gli hanno dato tempo di usare.
I killer, due dei quali a volto coperto dal passamontagna, sono arrivati a bordo di una Passat, risultata rubata a Casalnuovo il giorno di Natale. Gli assassini sono entrati nei locali della concessionaria gridando: «Questa è una rapina». Poi hanno immediatamente rivolto le armi contro Antonio Castaldo che si è trovato al centro di due linee di fuoco. La vittima designata è stata colpita da tutti i proiettili esplosi. E così, come si erano materializzati, i killer sono praticamente spariti in un attimo.
Antonio Castaldo è stato soccorso dal titolare della concessionaria che lo ha adagiato sui sedili della stessa auto della vittima e trasportato al San Giovanni Bosco, dove i sanitari non hanno esitato a definire un «miracolo» il fatto che con tutti quei proiettili Antonio Castaldo fosse ancora vivo. Durante la notte il ferito è stato sottoposto adun lungo e difficile intervento chirurgico. Ora è ricoverato nel reparto di riamimazione. Le sue condizioni restano comunque gravissime.
Nella stessa notte i carabinieri di Casalnuovo hanno trovato, in via Deledda, lo scheletro carbonizzato della Passat con a bordo anche le armi utilizzate per il raid, ormai rese inutilizzabili dalle fiamme che i killer hanno appiccato subito dopo l’agguato. Sul mancato omicidio, indagano gli agenti della squadra investigativa del commissariato di Afragola, diretto dal vice questore Maurizio Fiorillo. Secondo gli agenti Antonio Castaldo, recentemente passato nelle file di quello che resta del clan di Giuseppe Marino, il boss di Caivano che attualmente collabora con i magistrati antimafia, potrebbe aver pagato a caro prezzo lo schieramento scelto.
Gli inquirenti non escludono però un collegamento con l’omicidio di Domenico Esposito e il grave ferimento di Riccardo D’Errico, quest’ultimo nipote del boss Salvatore Scafuto, avvenuto il 25 novembre scorso nel rione Salicelle. Al momento sembra essere esclusa invece la pista di un collegamento con l’omicidio di Giorgio Salierno, freddato il 21 dicembre scorso nella chiesa della Madonna del Terremoto.


IL MATTINO 31 DICEMBRE 2003

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