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venerdì, Marzo 29, 2024
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Giugliano, l’ombra del clan sul Municipio. Risponde Pianese

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Dice il pentito: «Il clan esprime il proprio sindaco o vari consiglieri comunali che tutelano gli interessi del clan all’interno dell’amministrazione comunale. Talvolta, invece, il clan opta per far eleggere un sindaco “con la faccia pulita”, lontano dalle logiche del clan, ma poi fa in modo che accanto a lui ci siano assessori o consiglieri direttamente collegati al clan che sono in grado di influenzare le decisioni politiche del Comune». Un racconto dettagliato ma senza riferimenti temporali. Come se l’influenza della camorra sulla pubblica amministrazione di Giugliano fosse la regola, la prassi consolidata elezione dopo elezione. Parla il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, l’ex imprenditore dei rifiuti e gola profonda dei Casalesi. E che ora, con le sue dichiarazioni, apre un grosso squarcio sull’universo e il potere del clan Mallardo.

Camorra e politica locale. Con una lunga serie di “omissis”, decine di nomi tutelati dal segreto su cui ora indaga l’Antimafia del procuratore aggiunto Sandro Pennasilico. Ieri si chiude la prima tranche. Gli uomini del generale della Guardia di finanza Giuseppe Grassi eseguono sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, tra loro c’è Feliciano Mallardo ‘o sfregiato, erede del boss Ciccio, e i suoi fedelissimi. Soprattutto la scure dell’inchiesta cade sul patrimonio del clan: sequestrati 657 fabbricati e 239 terreni, 23 aziende, quote societarie, auto e moto per seicento milioni di euro. Si scopre che il clan ha il monopolio sulla distribuzione del caffè, il “Seddio” imposto a Castel Volturno (grazie al patto con i Casalesi) e nel Basso Lazio. Operazione riuscita grazie ai pentiti e alle cimici nascoste nella sede della compagnia di assicurazioni dove il boss riuniva i suoi uomini.

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Clan stroncato. Ma ora viene il resto. Il fronte delle infiltrazioni nelle attività dell’amministrazione locale. È perplesso l’attuale sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, in carica da tre anni (a Giugliano non si vota il prossimo 15 maggio). «Le dichiarazioni di Vassallo andrebbero riscontrate — commenta — Non fanno riferimento a un periodo specifico. E d’altra parte i miei predecessori erano persone perbene. Quanto a me, ho una giunta tecnica, il vice sindaco è un magistrato e quattro assessori non sono di Giugliano. In questi anni abbiamo lottato contro la speculazione edilizia che è l’ossigeno della criminalità e non abbiamo ricevuto pressioni. Non si può generalizzare».

Ma le parole di Vassallo abbracciano un periodo di tempo indefinito e si allarga ad altri enti. «Attraverso i rappresentanti del clan operanti nell’amministrazione del Comune, si riusciva ad avere anche il controllo delle scelte effettuate a livello regionale. La decisione di candidare …omissis… è stata assunta direttamente da Felice Mallardo. L’influenza del clan è determinante sulla vita politica perché si estende alla gestione dei lavori degli organi comunali. Se qualche consigliere comunale non è d’accordo sulle decisioni prese dal clan, viene convocato da Mallardo che lo obbliga alle dimissioni. Tre, quattro anni fa, Mallardo aveva disposto l’azzeramento del consiglio comunale perché aveva costretto alle dimissioni moltissimi dei consiglieri che non avevano appoggiato i progetti a lui graditi. Si potrebbe dire che a Giugliano il consiglio comunale non è sciolto dal prefetto, ma da Felice Mallardo…».
Irene De Arcangelis
Repubblica 11/05/2011

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