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venerdì, Aprile 26, 2024
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Fincantieri, rifiuti trattati a mare

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Impianti ‘navalizzati’ per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. È il progetto ‘Plasmare’ ideato e promosso da Fincantieri attraverso il suo centro di ricerca applicata Cetana (Centro per gli studi di tecnica navale), presentato oggi alla facoltà di Economia dell’Università di Napoli Federico II. Il progetto, in fase avanzata di sviluppo, prevede la costruzione di due piattaforme galleggianti non autopropulse da posizionarsi in acque protette: la prima, dedicata alla ricezione dei rifiuti solidi urbani con produzione di cdr, combustibile derivato dai rifiuti, con uno smaltimento previsto di circa 400 tonnellate al giorno; la seconda, per la gassificazione dello stesso prodotto tramite l’utilizzo di tecnologia al plasma in grado di recuperare energia dal gas di sintesi prodotto.

«Possiamo partire anche domani mattina», ha dichiarato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, intervenuto alla presentazione. «Si tratta di un progetto utile per la collettività e per le amministrazioni locali che risparmierebbero su un problema fondamentale come quello dello smaltimento dei rifiuti», ha aggiunto. Per il progetto si è ipotizzato un approccio modulare, che prevede di partire a breve con la realizzazione della piattaforma dedicata alla produzione di cdr alla quale, in una seconda fase, si affiancherà la piattaforma con impianto al plasma, che necessita di un più lungo periodo di messa a punto.

La costruzione del primo impianto, spiega Fincantieri, è realizzabile in 16-18 mesi e dovrebbe essere ultimata per la metà del 2013. «Contrariamente alle opere che si sa quando iniziano e non si sa quando finiscono, questa ha tempi e costi certi», ha sottolineato Bono. L’investimento ammonta a circa 160 milioni di euro, 60 dei quali sarebbero destinati alla soluzione ‘a brevè che prevede la realizzazione della prima piattaforma. I rifiuti solidi urbani trattabili dall’impianto saranno circa 130mila tonnellate all’anno, per un cdr prodotto di circa 65mila tonnellate. Il conferimento avverrebbe, secondo i dati forniti da Fincantieri, a 150 euro a tonnellata. Dall’impianto navalizzato per la produzione di cdr si recupererebbero circa 19,5 tonnellate all’anno di inerti e metalli La seconda piattaforma, la cui progettazione è ancora in corso, sarebbe in grado di trattare circa 65mila tonnellate di cdr all’anno, immettendo nella rete nazionale circa 65 gwh di energia elettrica all’anno. Si tratterebbe di un impianto continuo, chiuso e controllato senza emissione di sostanze o di odori.

Il trattamento al plasma, spiega lo studio del Cetana, presenta dei vantaggi rispetto all’incenerimento: dal punto di vista dell’eco-compatibilità, «nessuna emissione di inquinanti, nè gassosi nè solidi, e inertizzazione dei metalli pesanti o inquinanti presenti nei rifiuti solidi urbani, trasformandoli in scorie vetrificate inerti riutilizzabili in edilizia, in alcuni casi come ghiaia per il manto stradale; anche per quanto riguarda i tempi, spiega il Cetana, il vantaggio è rappresentato dal fatto che gli anni necessari per la costruzione dell’impianto sono 2, a fronte dei 4 per il termovalorizzatore, mentre i costi sono quelli previsti per il sistema al plasma da realizzare e «sono certi e non risentono di fattori esterni in quanto realizzati in ambienti chiusi (i cantieri navali) e solo successivamente localizzati presso la destinazione finale d’uso».
Per il presidente della regione, Stefano Caldoro, il progetto Fincantieri è in sintonia con i piani Regionali.
Il Mattino.it

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