11.8 C
Napoli
sabato, Aprile 20, 2024
PUBBLICITÀ

L’intercettazione: «Tritolo di Gomorra per i nemici»

PUBBLICITÀ

Un carico di esplosivo utile a fare una strage. Cinquanta chili di tritolo che rientrano negli ordinari piani di guerra della falange armata: pronta a commettere una “pazzarìa”. Uno dice: «Mamma mia, ma con cinquanta chili se ne cade mezzo paese». L’altro ride. «Bum!… E lo guardi in paradiso». Casalesi, è il tempo della strategia del terrore condotta dal superkiller Giuseppe Setola contro chi si ribella alle tangenti e ad altri nemici. Ed è proprio in quei giorni che alcuni gregari di Gomorra, intercettati dalla Procura antimafia di Napoli, svelano un progetto che essi stessi definiscono devastante. Eccola, quasi tre anni dopo, la conferma del “codice rosso” lanciato a polizia e carabinieri e raccontato da “Repubblica” l’otto novembre 2008.

Quella conversazione è stata per la prima volta contestualizzata e citata, ieri, durante la requisitoria condotta dal pm Cesare Sirignano al processo in corso nell’aula bunker di Santa Maria Capua Vetere, dinanzi al collegio giudicante (presidente Raffaello Magi, a latere Paola Cervo) contro il boss detenuto Setola e altri 39 imputati. Oltre 70 contestazioni che vanno dalle estorsioni a vari tentati omicidi. Una valanga di reati: per i quali si prevede una richiesta complessiva dei pm (Sirignano e Catello Maresca) di oltre 200 anni di carcere.


Nell’ambito della strategia
del terrore che porta la firma del superkiller (il finto cieco) Setola (foto), e che ha portato a 18 omicidi tra la primavera e
l’autunno del 2008, il pm Sirignano osserva: «Particolarmente significativa appare — per il riconoscimento dell’aggravante della finalità di terrorismo e per la riconducibilità al gruppo di Setola della strategia volta al totale assoggettamento della popolazione residente nei territori sottoposti al controllo del clan Bidognetti e a seminare terrore — la conversazione intercettata durante la telefonata avvenuta tra Paolo Gargiulo e Giuseppe Barbato.

PUBBLICITÀ

Tra loro parlano anche due persone non identificate ma che certamente si trovavano accanto a Gargiulo (perché sottoposto ad ambientale): un dialogo di agghiacciante eloquenza. Essi discutono di un attentato da eseguire utilizzando 50 chili di tritolo e delle conseguenza devastanti per una intera comunità di innocenti».

La telefonata è del 6 novembre 2008. Gargiulo detto Calimero chiama Barbato ‘o Cascione, ma questi non risponde. In sottofondo, però, Gargiulo parla con altri ragazzi. Per inciso: non si può immaginare che stiano millantando o “recitando” visto che ne discorrono tra loro senza neanche aprire il cellulare. Dialogano Gargiulo (P) con due ragazzi, (R1 e R2).

L’intercettazione.
P. «Ma con 50 chili di tritolo…»
R2. «Sai che botta che fa».
R1. «Mamma mia pero’ 50 chili se ne cade mezzo paese!».
P. «Pinu’ questi la fanno qualche pazzaria, non sia mai Iddio passare da loco …. salti in aria».
R1. «Eh, speriamo che non ci va nessuno per sotto».
P. «E come fa a non andarci nessuno per sotto? Devi bloccare le strade… quello piccolino piccolino…Peccato se ci vanno per sotto i poveri cristiani è vero o no?».
R1. «No, no…».
P. «Per mezzo di uno scemo di quello …. quel cristiano sta pieno di guai e sta andando fuori ad apparare gli altri guai. Bum! E lo guardi in paradiso (ride)».
R2. «Guarda te lo dico io…».
P. «Si mette l’anima in pace».


Continua il pm:
«La conversazione svela una capacità criminale sempre crescente e una volontà di assediare il territorio nonostante la massiccia presenza delle forze dell’ordine, l’indebolimento del gruppo di fuoco seguito alla cattura del gruppo di fuoco (Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia) e gli efferati delitti eseguiti, tra cui la strage di Castel Volturno. Il dato emerso dalle intercettazioni trova conferma nelle dichiarazioni rese in questo dibattimento da Francesco Diana, dall’ottobre del 2008 al servizio di Setola fino al suo arresto». Proprio Diana, infatti, aveva riferito della volontà di Setola di eseguire alcuni attentati utilizzando «del tritolo» commissionato da Esterino Antonucci ai soggetti di Mondragone. Tra i bersagli di Setola, ancora una vittima di estorsione (del settore commercio ittico) che aveva denunciato l’autore della richiesta estorsiva, Mosè Esposito, imputato in questo processo.

CONCHITA SANNINO
Repubblicanapoli.it

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sorpresa all’Isola Famosi, Peppe Di Napoli lascia: “Problemi fisici”

Sorpresa all'Isola Famosi, Peppe Di Napoli lascia e lo annuncia sui social. "GRAZIE A TUTTI PER IL SUPPORTO❤️ PURTROPPO PER...

Nella stessa categoria