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venerdì, Marzo 29, 2024
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Beni confiscati alla camorra e burocrazia

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L’aspetto bizzaro, e sorprendente, di questa storia è che è uguale a come fu lasciata quindici mesi fa. Talmente uguale che potrebbe essere raccontata semplicemente copiando lo stesso articolo pubblicato ai primi di giugno dell’anno scorso, quando il sindaco di Trentola Ducenta, insediato da qualche giorno, annunciava lo sfratto alla comunità di Capodarco e dalla fondazione «Salvatore Marotta», domiciliata negli stabili del consorzio Sole di Giugliano, arrivava l’allarme per la sorte del finanziamento del Pon sicurezza (due milioni e duecentomila euro) destinati al completamento della casa-alloggio per disabili. Se i soldi, allora, non andarono perduti fu grazie all’intervento della commissione regionale antimafia. Ma il tempo è trascorso senza che le procedure burocratiche siano state completate. E se i lavori non saranno avviati entro la fine dell’anno, quei fondi andranno perduti. Irrimediabilmente.
Dunque, la storia. La fondazione opera all’interno di quella che fu la villa del boss Francesco Rea, a Salicelle. L’immobile è gestito dal Consorzio Sole, che all’interno del complesso ha insediato anche la caserma della Guardia di Finanza. È destinato anche a ospitare una facoltà universitaria con due corsi di laurea triennali già autorizzati e con annessi alloggi per 24 studenti. Quella che manca è l’ultimazione della casa-alloggio per disabili, nonostante siano trascorsi oltre tre anni dallo stanziamento. Un ritardo che amareggia Giovanni Del Rio, che è stato preside della facoltà di medicina della Sun e che è tra i principali animatori e sostenitori della Fondazione «Marotta», che si occupa di assistenza a ragazzi autistici. Amareggiato e deluso come gli altri genitori di ragazzi disabili. Ricordava un anno fa: «Attualmente, specialmente al Sud, i disabili vengono ospitati in centri che sono gestiti, nella maggior parte dei casi, da imprenditori che usano la disabilità come fonte di speculazioni economiche e creando pari tempo strutture che col passare del tempo diventano dei veri e propri ghetti. Il “dopo di noi” è stata l’idea che mi ha spinto a cercare di fare qualcosa per mio figlio e per tanti altri ragazzi come lui, marchiati a vita dalla disabilità, creando una struttura gestita da genitori. E invece, il tempo passa e vedo allontanarsi la possibilità di veder realizzata la casa per questi nostri figli più sfortunati e soli».
A dicembre dello scorso anno, finalmente il Consorzio aveva aggiudicato la gara per il completamento della casa-alloggio, che oggi come allora funziona solo durante il giorno. Sembrava fatta. E invece la ditta esclusa aveva fatto ricorso al Tar. Il 5 maggio scorso il tribunale amministrativo ha confermato la legittimità dell’assegnazione, ma l’altra ditta si è rivolta al Consiglio di Stato che ha sospeso l’aggiudicazione e rinviato la discussione al 31 gennaio 2013. Cioè, fuori tempo massimo. Per quella data, cioè, i soldi stanziati dal Pon e non utilizzati dovranno essere stati già restituiti. Denuncia Del Rio: «Se il consorzio Sole avesse espletato le procedure di gara in un tempo inferiore e se, quando è sorto un contenzioso con il Comune di Giugliano, avesse tenuto presente il valore altamente sociale dell’opera, con un poco di buona volontà si sarebbe potuto accelerare il tutto e non correre il rischio di mandare all’aria un progetto inserito in un contesto più ampio a favore dei disabili. L’unica, amara, considerazione è che per colpa di pastoe burocratiche si corre il rischio di mandare all’aria la realizzazione di una struttura per il ”dopo di noi” che era a un passo dal completamento».

Rosaria Capacchione

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