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Giugliano, sospetti sulla vendita della maxicava di Settecainate

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GIUGLIANO. Nuova bufera sull’emergenza rifiuti in Campania. Questa volta la magistratura non c’entra: e non si tratta degli atti della delicata indagine che la Procura della Repubblica di Napoli sta conducendo su presunte irregolarità nella realizzazione di sette impianti di Cdr in Campania.
Questa volta tocca al Commissariato per l’emergenza rifiuti. Nei giorni scorsi il commissario Corrado Catenacci ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al prefetto Renato Profili per sottolineare come, dall’esame degli elementi in suo possesso, molti e consistenti dubbi emergono sulla gestione della compravendita di una ex cava abbandonata da trasformare in discarica, quella delle «Sette Cainate». Inevitabilmente, quella missiva è finita sul tavolo dei componenti del comitato per l’ordine pubblico.
«Com’è noto – scrive il prefetto Corrado Catenacci, ricostruendo l’iter della vicenda – il sito in oggetto è stato acquistato dalla società Fibe, affidataria del servizio di smaltimento dei rifiuti in provincia di Napoli. Nelle more del rilascio dell’autorizzazione all’esercizio si è rilevato che il cedente, la società ”Eredi fratelli Bianco”, è stata colpita da provvedimento ostativo antimafia».
«La stessa società – prosegue Catenacci – pagò per l’acquisto del sito una somma irrisoria, ottenendo invece dalla Fibe, cui lo ha successivamente ceduto, una cifra particolarmente elevata e comunque sproporzionata rispetto al valore iniziale».
Ed ecco l’affondo finale. «Si sono notate quindi – sono sempre parole del commissario per l’emergenza rifiuti – continue lievitazioni del prezzo durante i passaggi di proprietà. Tutto ciò fa sorgere seri dubbi sulla bontà delle operazioni di compravendita e induce al sospetto di condizionamenti e collusioni, creando anche allarme sotto il profilo dell’ordine pubblico». Di qui la necessità di interessare il prefetto per valutare l’opportunità di interessare le forze dell’ordine. Cosa che il prefetto Profili ha immediatamente fatto.
Questo nuovo atto riaccende i riflettori sull’inchiesta che la magistratura sta portando avanti. E, probabilmente, fornisce un nuovo elemento di riflessione per i pm impegnati nell’inchiesta. Come si ricorderà, solo pochi giorni fa i magistrati hanno firmato un sequestro preventivo d’urgenza dei cdr, accompagnato da un contestuale provvedimento di dissequestro nel quale venivano indicate una serie di prescrizioni alle quali le società Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti dovranno uniformarsi nel termine di trenta giorni.
La Procura ha disposto anche il versamento un «deposito cauzionale» di venticinque milioni di euro, poco meno di cinquanta miliardi di vecchie lire. Il provvedimento di sequestro, che dovrà ora essere convalidato dal giudice, è stato firmato dai pm Marco Del Gaudio, Francesco Chiaromonte e Giuseppe Noviello ed è stato notificato dai militari del Nucleo regionale della Guardia di Finanza, diretto dal colonnello Giuseppe Alineri. Nell’ambito dell’inchiesta sul ciclo dei rifiuti erano stati raggiunti da avviso di garanzia nei giorni scorsi l’ex amministratore delegato della Fibe, Armando Cattaneo, il presidente della Regione Antonio Bassolino e il vicecommissario Raffaele Vanoli.




GIUSEPPE CRIMALDI – IL MATTINO 5 MAGGIO 2004

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http://ilmattino.caltanet.it/hermes/20040505/NAZIONALE/CAMPANIA/WEWE.htm

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