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sabato, Aprile 20, 2024
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L’arresto del boss Felice Leonardi e i suoi complici

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Dal 28 dicembre dello scorso anno era diventato lui il boss. Felice Leonardi, 26 anni, è un altro figlio d’arte. Suo padre Antonio, conosciuto negli ambienti criminali come «o chiappellone», è stato arrestato il 28 dicembre dello scorso anno dalla polizia. E da quel giorno il giovane aveva preso il comando dell’organizzazione operante nell’area nord di Napoli e protagonista della nuova faida di Scampia, essendosi alleata con i cosiddetti girati della Vanella Grassi. Felice Leonardi è stato scovato dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli e dai colleghi dalla compagnia di Giugliano in Campania. Si nascondeva in un’abitazione in via Masseria Vecchia, in località Varcaturo. Era assieme a Michele Silvestro, di 28 anni, ritenuto elemento di spicco del clan e uomo molto vicino alla cupola dell’organizzazione. Arrestati per favoreggiamento Giustina Marchese, 40 anni ed Emanuele Di Gennaro, 19 anni, trovati all’interno del rifugio dei due latitanti ai quali assicuravano il sostentamento quotidiano: facevano la spesa e provvedevano a tutti i bisogni dei fuggitivi.



GUARDAVANO LA TV
. Il blitz dell’Arma è scattato alle 23 di lunedì sera. Al momento dell’irruzione Leonardi e Silvestro erano intenti a guardare la tv. Nessuna reazione, nessun tentativo di fuga. Si sono lasciati ammanettare senza problemi. Un covo senza fronzoli, senza lussi. Nessun sofisticato sistema di video sorveglianza, né tanto meno pc e telefoni. Una televisione con lettore dvd e una consolle per giochi. L’unico vezzo che i due si concedevano: un tapis roulant di ultima generazione per tenersi in forma. Leonardi e Silvestro erano ricercati entrambi dal 19 settembre scorso. Sulla loro testa pendeva un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Umberto Lucarelli su richiesta della Dda partenopea per associazione di tipo mafioso e per detenzione, spaccio e traffico internazionale di stupefacenti perpetrato tra l’area nord di Napoli, Spagna e Romania. La sua carriera da boss, dunque, è finita ieri sera.


SOSTITUIVA IL PADRE.
Come detto, Felice Leonardi aveva preso il posto del padre Antonio, arrestato dalla polizia poco prima di Capodanno dello scorso anno. Anche Antonio Leonardi era ricercato in virtù della stessa ordinanza notificata al figlio ieri. E soprattutto portava avanti gli affari di famiglia che papà Antonio aveva messo in piedi fin dai tempi in cui faceva il pusher per Paolo Di Lauro, scalando in fretta i gradini delle gerarchie criminali e diventando un vero e proprio brooker dell’affare illecito. E soprattutto si deva ad Antonio Leonardi l’invenzione di un sistema per “ripulire” i soldi derivanti dal traffico di droga: escamotage che passava attraverso cinque o sei bet shop, i centri di scommesse, che funzionano almeno dalla fine degli anni Novanta. Il denaro entrava sporco ed esciva limpido e cristallino. Il tutto confermato di numerosi pentiti e dimostrato dalle indagini della Guardia di Finanza di Napoli, indagini che poi hanno formato la struttura portante dell’ordinanza del gip Lucarelli.

Corriere.it
Antonio Scolamiero

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