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domenica, Maggio 19, 2024
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“QUI NON C’E’ LA CAMORRA”
Marano, mille in piazza contro lo scioglimento del Consiglio

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Marano.«Siamo qui in veste istituzionale, ma non perché sia proibito sciogliere un Consiglio comunale o perché immaginiamo o pensiamo che tutti i Comuni siano a posto. Ci penso e ci penserei cento volte sopra prima di andare in un Comune sciolto per camorra. E se sono qui è perché sono sicuro di Bertini. Siamo qui in veste istituzionale perché, nel pieno rispetto delle istituzioni, si continui questa battaglia per vincere affinché venga restituito a Marano il suo sindaco democraticamente eletto, Mauro Bertini». Così, in sintesi, Antonio Bassolino, presidente della Giunta regionale della Campania, ha motivato la sua presenza a Marano per la manifestazione promossa dal Comitato per il Recupero della Democrazia a Marano, svoltasi ieri sera con un corteo composto da decine di sindaci e un migliaio di cittadini che, partendo da Piazza Municipio, ha raggiunto la sala consiliare del comune sciolto per “accertate ingerenze della camorra” il 28 luglio scorso.
Oltre a Bassolino, erano presenti il presidente della Giunta provinciale Di Palma, i parlamentari Marino, Marone e Sodano, gli esponenti di partiti del centrosinistra Sales, Cananzi e Piccolo, l’assessore Tecce ed il presidente del Consiglio comunale di Napoli Squame, i sindaci di Casoria (De Rosa), Grumo Nevano (Di Lorenzo), Villaricca (Topo), Monte di Procida (Coppola), Arzano (ass. Leonetti), Volla (Mastrogiacomo), Crispano (Esposito), Ciavano (Semplice), Acerra (Marletta), San Sebastiano al Vesuvio (Carpio), San Giorgio a Cremano (Riccardi), Pomigliano (Caiazzo), Ercolano (Bossa), Pozzuoli (Figliolia), Sant’Agnello (Acampora), Portici (Cuomo), Giugliano (Taglialatela), Melito (Di Gennaro) e anche la rappresentanza di una amministrazione di centrodestra, quella di Casalnuovo, con l’assessore Manna.
Presenti inoltre Mimmo De Gennaro (Attac Giugliano), Nando Morra (Lega delle Autonomie Locali), Raffaele Del Giudice (Legambiente Campania) e, fra le tante altre rappresentanze, don Tonino Palmese che ha portato anche il saluto del presidente nazionale di «Libera, nomi e numeri contro le mafie», don Luigi Ciotti: «Questa città è da tempo diventata simbolo della lotta alla camorra, conosciuta in tutta Italia per quanto fa per la promozione della cultura della legalità. Dobbiamo fare in modo che l’antimafia dei delitti coincida con l’antimafia dei diritti».
L’assemblea svoltasi nella sala consiliare ha visto Bertini illustrare nel dettaglio l’infondatezza delle accuse che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale: «La camorra ha ripetutamente espresso la volontà di far eleggere chiunque “basta che non sale Bertini” ed invece lo Stato ha finito per realizzare quello che in tre tornate elettorali la città di Marano democraticamente non aveva voluto. La cosa più assurda è che traspare in tutte le pagine della relazione della commissione d’accesso che l’obiettivo era quello di trovare qualche elemento per mandarci a casa. E non essendocene, si sono aggrappati alle futilità per costruire un castello accusatorio che nelle sedi giudiziarie crollerà, ma che intanto ha marchiato Marano con l’infamante accusa di città di camorra».
Il presidente della Provincia, Dino Di Palma, ha spiegato i motivi per i quali ha espresso “solidarietà a Bertini, simbolo per tanti di noi della lotta alla camorra. Dobbiamo impegnarci per giungere a una modifica della legge, ma intanto la città di Marano deve riavere l’amministrazione che aveva scelto democraticamente».
Il presidente Bassolino ha evidenziato l’anacronismo della normativa: «È una legge del 1990, sono cambiate tante cose, è cambiata l’Italia anche grazie a persone come Mauro Bertini. Peraltro, il Consiglio di Stato in più occasioni ha già preso atto del mutamento delle condizioni e del superamento di quella legge. Ho fiducia anche nella giustizia amministrativa». Bassolino ha poi fatto riferimento ad alcuni passaggi delle intercettazioni contenute nelle varie sentenze di assoluzione di Bertini: «Mi auguro che su Bertini vi sia la massima attenzione e che lo Stato democratico sia vigile affinché nessuno si tolga lo “sfizio” di cui parlavano».
A conclusione della manifestazione, l’assemblea dei sindaci ha raggiunto l’accordo sul documento predisposto dal coordinatore dell’inziativa, il sindaco di Pomigliano, Michele Caiazzo, con il quale si chiede al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio ed al Ministro dell’Interno, la revoca dello scioglimento proprio partendo dalla ormai affermata giurisprudenza del Consiglio di Stato che ha ribadito più volte la necessità di arrivare a provvedimenti tanto gravi solo laddove esistano realmente fatti che lo richiedano.
Ecco, qui di seguito, il testo integrale del documento:





«Lo scioglimento del Consiglio comunale di Marano, sollecitato e fortemente voluto da alcune forze del centro-destra, costituisce ormai l’elemento simbolo di come non vada interpretata la legge e di come, anzi, attraverso una interpretazione sbagliata e forzata, anziché combattere la criminalità organizzata, in realtà la si favorisca, come sta avvenendo in questo mese a Marano, dove la camorra ha ripreso con vigore l’abusivismo edilzio, sotto gli occhi distratti della Commissione straordinaria e dove la malavita organizzata ha, grazie allo scioglimento decretato dallo Stato, raggiunto l’obiettivo per il quale si era strenuamente e direttamente impegnata nell’ultima campagna elettorale, quello di allontanare dal Comune di Marano un Sindaco scomodo per i suoi affari.
La stragrande maggioranza delle istituzioni di questa regione, quindi, chiede e pretende a gran voce che lo Stato riprenda con vigore la sua battaglia alla criminalità organizzata, senza però commettere grossolani errori, come nel caso di Marano, che servono solo a qualcuno per attribuirsi patenti di combattenti della camorra, ma che in realtà hanno la ben più grave finalità di adoperare la legge anticamorra come strumento di lotta politica.
E questo vale ad ogni livello, compresa l’attività della Commissione Antimafia, che da alcuni componenti viene adoperata solo per demonizzare e distruggere avversari politici che nulla hanno a che vedere con la camorra e non, invece, per approfondire la conoscenza della criminalità organizzata.
L’esempio di Bertini, definito dagli organi dello Stato strenuo avversario della camorra, e poi mandato a casa come l’ultimo dei collusi, non deve più accadere in uno Stato che si definisce Stato di diritto.
Ed allora stiamo attenti, forze dello Stato, a come adoperiamo il clima di sospetto, infangando persone oneste e lasciando indisturbati i veri camorristi.
Ormai la giustizia amministrativa ci ha dato finalmente interpretazioni precise e chiare, che non possono così consentire illegittimi sconfinamenti. Il Consiglio di Stato, nelle sentenze sullo scioglimento dei Consigli comunali di Portici e Botricello ha con chiarezza affermato che il provvedimento di scioglimento dei Consigli comunali “deve fondarsi su fatti, che è onere dell’Amministrazione dimostrare, i quali rivelino in modo sufficientemente obiettivo l’esistenza di un reale e concreto collegamento tra gli amministratori e la criminalità organizzata”.
Chiediamo
– ai sensi di quanto sopra che venga rivocato lo scioglimento del Consiglio comunale di Marano visto che dal provvedimento non risulta assolutamente “l’esistenza di alcun reale e concreto collegamento fra gli amministratori e la criminalità organizzata”;
– che criteri espressi nelle sentenze citate vengano rigorosamente rispettati;
– che non vi sia più arbitrio;
– che il Ministero dell’Interno ponga in essere chiare direttive, attuative della giurisprudenza del Consiglio di Stato, affinché gli Uffici territoriali del Governo conoscano con precisione i limiti dei loro poteri, le loro funzioni ed intensifichino, attraverso i Comitati per la Sicurezza, la lotta alla criminalità organizzata;
– che gli amministratori locali, che esercitano la loro azione amministrativa in territori difficili, possano operare con maggiore tranquillità, senza essere confusi con quegli amministratori realmente collusi e che vanno immediatamente allontanati.»

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Comitato di lotta per il Recupero della Democrazia a Marano

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