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venerdì, Aprile 26, 2024
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Giugliano. Le conclusioni del convegno sulle Ecomafie

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Al convegno con Pino Arlacchi, il pubblico ha partecipato con interesse, frequenti sono state le interruzioni da parte dei comitati ambientalisti, con domande e contestazioni nel corso degli interventi. L’ingegnere Morlando, ha introdotto i lavori, presentando una proposta di 15 interventi, 10 urgenti e poco costosi da attuare in 2 anni e 5 strategici, da attuare in 10 anni. Ed ha posto il tema della responsabilità europea. Queste le parole: «nelle nostre terre sono stati scaricati rifiuti tossici, provenienti da tutta l’Europa, oltre che dal Nord Italia. E’ di tutta evidenza che c’è stato un patto, più o meno tacito, tra imprese e criminalità organizzata, per sversare qui da noi, a basso prezzo, rifiuti altamente tossici. Vogliamo che il caso Giugliano, diventi una “questione europea” con un intervento finanziario straordinario dell’UE. Bisognerà accertare le responsabilità di chi ha inquinato ed avere uno scatto d’orgoglio e di dignità. Non possiamo accettare di essere la cloaca d’Europa». Giuliano Morlando, tra l’altro, ha sostenuto che c’è bisogno di una Autority centrale che coordini le operazioni di Bonifica e di Messa in Sicurezza del territorio dell’intera Campania e del Sud dell’Italia. Trattandosi di un caso di estrema gravità e delicatezza, bisognerà avvalersi del supporto scientifico delle più prestigiose Università ed applicare le più moderne tecniche di bonifica.


Il Commissario De Biase ha detto che la messa in sicurezza partirà a giorni, così sarà scongiurato il rischio del disastro ambientale annunciato dalla relazione del geologo Balestri. In linea con quanto disse giustamente padre Maurizio Patriciello, un mese fa qui a Giugliano: «il disastro ci sarà se nel frattempo non faremo niente». Perciò, ha continuato il Commissario: «bisogna iniziare subito a togliere il percolato». Nelle condizioni attuali, solo un massiccio strato di tufo, scarsamente impermeabile, sul fondo dei siti, si oppone a che il percolato arrivi alle falde. Ma non potrà reggere a lungo.
De Biase aveva esordito ricordando la storia di circa 3 anni di interventi, dalla fase di esplorazione dei terreni, con centinaia di perforazioni per conoscere puntualmente i materiali interrati, ai progetti di messa in sicurezza. «Tutti i pozzi dell’area, circa 600, chi più chi meno», queste le parole: «sono contaminati». Ma la falda è contaminata anche a monte dell’area rossa, quella più fortemente inquinata. Questo significa che ci sono fonti inquinanti anche nelle zone ad Est dell’area sotto esame. In sostanza si tratta di un’area vasta (di circa 2 Kmq) e di un’area allargata (di circa 20 Kmq), da tenere sotto osservazione. «Ma i prodotti agricoli sono buoni. Frutta e verdura non sono contaminate». E su questo il Mattino ha fatto il titolo. Infatti le numerose analisi, che verranno periodicamente ripetute, non denunciano un passaggio di COV, i composti organici volatili, altamente cancerogeni, in frutta, pesche, ortaggi, melanzane, fragole e verdure. Cioè gli inquinanti della falda non ci sono nei prodotti della terra.


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Su questo punto Morlando aveva detto nell’introduzione: «bisogna approfondire il problema dei cancerogeni negli alimenti, perché i dati prodotti dagli studi del Prof. Antonio Giordano, Direttore dello Sbarro Institute for Cancer, della Temple University in Philadelphia USA, sembrano smentire le secche conclusioni delle analisi dell’ISS. E sarà bene mettere sotto screening un idoneo campione della popolazione della zona, per avere i dati sui vivi e non sui morti, come succede col registro tumori».
Luca Musto, il magistrato, di Giugliano, ha sottolineato l’assenza storica di una adeguata normativa ambientale che prevedesse pene idonee, e che sono state fatte qui, in Campania tra Napoli e Caserta, le sentenze più importanti che, negli anni, hanno portato alla definizione di norme più chiare e repressiva per i reati ambientali.
Molto apprezzato per la concretezza, l’intervento del consigliere regionale, Lello Topo. Il capogruppo Pd alla regione ha detto: «abbiamo iniziato negli anni ’90 a manifestare contro le discariche, con i picchetti e i presidii, ma non c’è stato niente da fare. Oggi la gente non ce la fa più, ed è innegabile che ci siano state delle responsabilità politiche, sulla gestione dei rifiuti». Topo inoltre ha detto che il territorio deve ritornare ad essere SIN, Sito di Interesse Nazionale, presupposto per poterne fare un luogo da bonificare. E si è impegnato a tenersi in stretto contatto con il ministro dell’Ambiente, Orlando, ed a fornirgli tutta la collaborazione, ma anche le linee di indirizzo, per redigere un Decreto che sia risolutivo della situazione ambientale di Terra dei Fuochi. Ed ha concluso: «il decreto dovrà prevedere stanziamenti per realizzare in tempi brevissimi la messa in sicurezza e le misure di salvaguardia dell’ambiente e della salute della gente. In tempi medi, la bonifica e la valorizzazione del territorio».



Nella stessa piega gli interventi di Antonio Amato, che ha rivendicato un impegno costante sul territorio e Giovanna Palma, che si è soffermata sulla ripresa dell’agricoltura, sua specifica competenza parlamentare, ed ha apprezzato la pubblicazione delle analisi del Ministero sui prodotti agricoli. Venanzio Carpentieri, come nuovo segretario provinciale PD, si è impegnato a farsi carico di questo così grave problema, che lo vede coinvolto anche come sindaco di Melito.
Nelle conclusioni Pino Arlacchi ha detto: “La responsabilità è anche europea, l’Europa deve far fronte a questa emergenza. I 30 milioni di euro, di cui per ora dispone il Commissario, sono una somma ridicola. Bisognerà fare progetti a breve, medio e lungo termine e chiedere all’UE una somma precisa, sufficiente ad assicurare la bonifica, e sono certo che l’UE non si tirerà indietro». Infine ha ipotizzato una somma di 10 miliardi di euro.
A margine dell’incontro il coordinatore di BigBang SmartSud ha dichiarato che, per garantire in futuro la trasparenza di una così ingente spesa e per tranquillizzare la popolazione sulla buona riuscita della bonifica, sarebbe opportuno che al vertice dell’Autority venga chiamato qualche autorevole alto magistrato del territorio, distintosi nella lotta a quei clan che, più di altri, hanno gestito il traffico illecito dei rifiuti tossici.
Sul tema, Matteo Renzi ha detto, a “Servizio Pubblico”, che dopo l’8 dicembre, se verrà eletto segretario PD, verrà in Terra dei Fuochi, area di cui le campagne di Giugliano sono l’epicentro., e dove c’è una forte presenza dei sostenitori del sindaco di Firenze, al quale la stessa Associazione Smartsud, si ispira. «Speriamo bene, lo aspettiamo!», dice Giuliano Morlando.

ECCO LE MISURE PER LA MESSA IN SICUREZZA E BONIFICA DEL TERRITORIO E DI PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DELL’AREA A NORD DI NAPOLI, E NON SOLO, PROPOSTE NEL CONVEGNO.

A) MISURE SEMPLICI ED URGENTI DA REALIZZARE IN TEMPI BREVI – 2 ANNI
1)Istituzione di una Autority per il coordinamento delle bonifiche.
2)Censimento e analisi periodiche dei terreni, delle falde e dei prodotti agricoli.
3)Messa in sicurezza delle aree maggiormente a rischio.
4)Creazione di una rete di canali per la fornitura gratuita di acqua per irrigazione ai contadini della zona.
5)Screening in via sperimentale su un campione della popolazione dei territori a rischio.
6)Innalzamento del livello di reato commesso (disastro ambientale, strage, ecc.).
7)Inasprimento delle pene per i reati ambientali.
8)Risalire la filiera delle responsabilità, delle imprese e dei trasportatori che hanno inquinato.
9)Smaltimento dei 6 milioni di mc eco-balle di Giugliano, in parte (50%) con l’attivazione della 2° linea del termovalorizzatore di Acerra in parte (50%) attraverso un sistema innovativo di riciclo dei rifiuti, su modello tipo Vedelago (potenzialità di riciclo > 90%), da realizzare in luogo dell’inceneritore.
10)Ristrutturazione del Depuratore di Cuma.

B) MISURE PIU’ COMPLESSE DA REALIZZARE IN 10 ANNI
11)Clean Tax, a carico delle aziende e multinazionali dei settori maggiormente inquinanti.
12)Bonifica (con fondi europei, Clean Tax e patrimoni espropriati alla criminalità organizzata).
13)Istituzione di un sistema di monitoraggio e controllo del territorio, in continuo, in collaborazione con la NATO (sede di Lago Patria), con uso di telecamere e satelliti militari.
14)Riuso del suolo per attività boschive e produttive.
15)Recupero e valorizzazione del territorio con la realizzazione di opere e infrastrutture per riportare in vita le aree.

Giuseppe Morlando

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