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FAIDA INFINITA, RISTORATORE AMMAZZATO DAVANTI AI CLIENTI
Il Corriere della Sera del 6 dicembre 2004

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NAPOLI. «Il caso Napoli è un caso nazionale» aveva detto sabato il ministro dell’Interno Pisanu, venuto nel capoluogo partenopeo a testimoniare l’impegno dello Stato contro l’escalation di violenza scatenata dalla guerra di camorra. E appena ventiquattr’ore dopo la visita del ministro, quella guerra, che non si combatte solo a Secondigliano e Scampia, ma in tutta la città e nella provincia, ha fatto altre due vittime. Ora i morti ammazzati sono 23 nell’ultimo mese, 122 dall’inizio dell’anno.

I CONFINI – Esce dai confini di Secondigliano e Scampia la faida di camorra che sta insanguinando Napoli. Ormai non ci sono più zone franche. Finora avevano sparato e ucciso a Mugnano e Melito, paesi che sono quasi un prolungamento dei due quartieri periferici, oppure a Capodichino, a due passi da Secondigliano. Stavolta invece i killer si sono spostati a Bacoli, sul mare della costa flegrea, un posto lontanissimo in tutti i sensi dall’area dove è scoppiata e si sta combattendo la guerra tra ciò che resta del clan di Paolo Di Lauro e gli scissionisti che si sono ribellati al boss. A Bacoli è stato ucciso Enrico Mazzarella, 47 anni, titolare di un ristorante che ieri pomeriggio, quando sono entrati due uomini armati, era ancora affollato. Mazzarella era seduto alla cassa e lì è stato centrato da numerosi colpi di pistola al viso.
E’ una svolta nella faida e nello stesso tempo un segnale inquietante, perché segna l’allargamento dell’area di scontro, con il rischio che possano essere coinvolti altri clan.
Bacoli e Secondigliano o Bacoli e Scampia sono posti che apparentemente non hanno nulla in comune. Innanzitutto stanno ai due estremi opposti della città. A Secondigliano e Scampia ci sono palazzoni che guardano altri palazzoni, a Bacoli ci sono villette affacciate sul mare. A Secondigliano e Scampia non c’è un posto dove i ragazzi possano riunirsi, Bacoli è pieno di pub, ristoranti e discoteche. Secondigliano e Scampia sono quartieri dormitorio dove molti napoletani non sono mai stati in vita loro, Bacoli è un posto dove di notte, specialmente in estate, non si dorme perché arrivano frotte di napoletani che vanno a divertirsi. Sono posti, Secondigliano, Scampia e Bacoli, che nemmeno gli analisti di polizia e carabinieri, impegnati a leggere la faida per cercare di prevenire le mosse dei due schieramenti, potevano mettere in relazione. Ma la camorra fa ragionamenti che evidentemente le forze dell’ordine non fanno. E sapevano, i camorristi di Secondigliano, che Enrico Mazzarella era vissuto a lungo nel loro quartiere prima di trasferirsi a Bacoli. Dove non solo aveva aperto un ristorante che portava il suo nome, ma si era messo anche in affari con il boss della zona, Rosario Pariante, amico e alleato di Ciruzzo ’o milionario , ossia Paolo Di Lauro.

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LA SCENA – Ecco che la scena comincia a delinearsi e che ogni cosa trova una spiegazione. Ma non è finita qui. Perché negli ultimi tempi Mazzarella si era allontanato da Pariante e, pur continuando a gestire i suoi affari a Bacoli, aveva ricucito i rapporti con i suoi vecchi amici di Secondigliano, quelli che nel frattempo si erano divisi da Ciruzzo . Gli scissionisti, insomma. Quindi a uccidere Mazzarella, ritengono i carabinieri, sono stati i fedelissimi di Paolo Di Lauro, quelli che nella faida pare siano inferiori numericamente, ma sicuramente superiori militarmente, visto che la maggior parte delle vittime (15 su ventuno) appartenevano, direttamente o per parentela o amicizia, al fronte degli scissionisti. Che hanno subito anche vendette trasversali di altro tipo. Come l’incendio di appartamenti o attività commerciali. Ieri sera gli ultimi attentati, in una sala giochi a Scampia e in una cornetteria in provincia.
Ma se la guerra tra i Di Lauro e gli scissionisti fa parlare ogni giorno, c’è un’altra faida che si combatte da tempo, con meno clamore ma con altrettanta violenza. E’ quella di Castellammare di Stabia, che vede coinvolti gli eredi del vecchio boss scomparso da tempo, Michele D’Alessandro, e anche qui un gruppo di scissionisti. L’ultima vittima è di ieri sera. Si chiamava Vincenzo Scelzo, 42 anni e numerosi precedenti penali. Lo hanno atteso sotto casa e gli hanno sparato cinque colpi alla testa.



Fulvio Bufi- Corriere della Sera 6 dicembre

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