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giovedì, Aprile 25, 2024
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Tutto esaurito per il Comicon, si conferma l’evento dell’anno per gli appassionati del fumetto

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Da venerdì fino all’anniversario della liberazione, è in corso la 18° edizione del Comicon a Napoli. Il salone internazionale del fumetto non si smentisce e la Mostra d’Oltremare pullula di giovani appassionati. I vari ingressi sembrano proprio le recinzioni dove si accalcano gli affamati zombie di “The Walking Dead” da cui proteggersi, non ci sarebbe bisogno di Cosplay in questo caso, ci si sente un personaggio smarrito, che a un certo punto si rende conto di dover combattere per sopravvivere, in una perfetta riproduzione della serie tanto popolare.
Tra gli appuntamenti ludici di GameCon, gli incontri con la cultura asiatica e con ospiti di eccezione tra cui autori e attori internazionali, le grandi anteprime di CartoonNa, le mostre, le nuove proposte commerciali, il programma musicale, le attività sono tante e diverse, eppure collegate. Quest’anno il tema filo conduttore dell’evento è caro ai giornalisti per l’occasione che offre di approfondire la comunicazione e tutte le sue sfumature. Si tratta di “fumetto e audiovisivo”, quindi riguarda lo stretto rapporto che si è inevitabilmente creato tra questa tipologia d’arte e i media, il confine tra lo sfruttamento superficiale e l’informazione decisamente educativa e/o innovativa a volte è labile.

A tal proposito, l’Ordine dei Giornalisti della Campania ha organizzato venerdì 22, presso il teatro Mediterraneo all’interno della Mostra, l’appuntamento formativo: “Fumetto e media. Il rapporto con l’audiovisivo”, che ha visto come primo prof. Marco Rizzo. Il giornalista e fumettista di Trapani ha fatto luce sul Graphic Journalism analizzando gli approcci di diversi autori dal più realistico all’ironico. Quando gli articoli e le storie si disegnano ovviamente i contenuti si avvalgono di un mezzo artistico che, seppur immediato nella fruizione, richiede più tempo nella produzione e si rischia che l’argomento perda d’attualità, in Italia la difficoltà di pubblicazione sui giornali riguarda anche i costi. Si è parlato particolarmente del reportage a presa diretta, vale la pena citare un grande maestro del genere: Joe Sacco (che ha lavorato su Goraz-De e Gaza) e un protagonista romano contemporaneo che, pur non essendo giornalista, ha fatto un ottimo lavoro con Kobane: ZeroCalcare. La soddisfazione di Rizzo è stata quella di pubblicare i fumetti su Mauro Rostagno e Peppino Impastato, editi da Becco Giallo: “Per ricostruire affondo questi omicidi della mafia ci sono voluti 2 anni, ho ricevuto delle minacce ma posso dire di aver dato una piccola mano alla giustizia dato che la corte del tribunale si è servita della documentazione”.

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L’intervento di Luca Boschi, direttore del Comicon, spinge alla riflessione critica su come i media hanno trattato il fumetto dagli albori. < E’ stato nel 1965, grazie al successo della rivista LINUS, che la tv ha cominciato a dar spazio ai cartoni animati, scoprendo il gran numero di appassionati. Nonostante l’approccio tipico per ragazzi, “Gli eroi di cartone”, presentato da Lucio Dalla e le sue sigle, era un programma mosca bianca che utilizzava materiali d’archivio dove sono stati presentati anche pionieri come lo statunitense Mckay. Poi abbiamo assistito al “saccheggio” scellerato dal Giappone e la conseguente attrazione furibonda dei giovani molto criticata dalla stampa che si scagliò contro la tv diseducativa.> Ma il fulcro della discussione risiede nelle modalità con cui si è lavorato, gli spazi ci sono ma i media sono stati spesso superficiali per Boschi, a conferma di questa tesi ci svela il motivo per cui il cartoon su Goldrake fu chiamato “Atlas Ufo Robot”. Alla Rai la serie arrivò dalla Francia che l’aveva trasmessa con questo nome, ma atlas andava tradotto come atlante, mentre i doppiatori italiani hanno frettolosamente pensato fosse il nome per intero del personaggio.

L’accoglienza del fumetto in tv e radio è stata molto positiva invece secondo l’esperienza di Armando Traverso. Il giornalista, regista, sceneggiatore, conduttore televisivo e radiofonico ha riadattato Diabolik, Dylan Dog e Tex Willer, e afferma che l’approccio operativo è stato di fedeltà assoluta e alcune particolari sonorità sono state utilizzate persino in Mission Impossibile.

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