13.3 C
Napoli
martedì, Aprile 23, 2024
PUBBLICITÀ

«VALIANCE, COSI’ LA MUSICA CI TRASCINA»
Quattro chiacchiere con la band rivelazione

PUBBLICITÀ


VILLARICCA
. “La musica non ha età, ne colore. La musica è sentimento, emozione”. A parlare sono i Valiance, la band che ricordiamo aver vinto la scorsa edizione di “Dissuonando”, festival calvizzanese per musicisti emergenti. Nella redazione di InterNapoli i giovani, di età, non di esperienza, ci hanno raccontato la propria passione per la musica, e ci hanno aiutato a capire come questa si scontri spesso con il pregiudizio… I Valiance fanno heavy metal. E’ difficile conciliare l’idea di questo genere musicale, l’immagine di questi ragazzi con ciò che davvero sono. E’ stata una lunga chiacchierata quella fatta con loro. Sarebbero dovuti essere “baconi”, ed invece si sono rivelati spigliati e cortesi. Al di là degli orecchini, dei capelli lunghi e dei tatuaggi sono semplicemente ragazzi che fanno buona musica. La band suona assieme da ben 11 anni, prima col nome di Tixotropia, e poi dal 1994 con quello di Valiance. Marco e Amedeo De Angelis (chitarra), Ciro Esposito(tastiera), Carmine Gottardo (voce) , Gianpaolo Costantini(basso), e Alessandro Romano(batteria) si conoscono praticamente da ragazzini. Hanno inciso più di un demo, e da pochissimo hanno lanciato il loro ultimo mini cd.





Cos’è che vi ha unito in questa musica? E qual è il segreto di questa “felice unione”?

In realtà abbiamo tutti gusti musicali piuttosto differenti. L’heavy è quello che ci accomuna, quello che istintivamente suoniamo quando siamo assieme. Ecco cos’è che ci ha tenuto uniti tutto questo tempo: la stessa passione per la musica e l’amicizia. Suoniamo per il gusto di farlo, e di farlo assieme. Siamo tutti molto impegnati tra studio e lavoro, e questo è il nostro modo per incontrarci e divertirci. Ecco anche il perché del nome VALIANCE, che significa valore, atto di valore. Beh, è l’ amicizia il nostro atto di valore.




Parliamo dell’esperienza di Dissuonando. Siete stati i vincitori della scorsa edizione, quali sono state le vostre emozioni?

Sicuramente ricordiamo Dissuonando come il giorno più assurdo della nostra vita. Siamo arrivati senza alcuna aspettativa. E poi è giunta la vittoria, come un fulmine a ciel sereno. Proprio non ce l’aspettavamo. Il contesto non era ovviamente il nostro…il pubblico era piuttosto vario, giovani ma anche meno giovani, e la giuria, composta da artisti del calibro di Onorato, Zurzolo, che sappiamo non aderire a questo genere musicale. Ed invece la sorpresa. Ci ha aiutato a capire tante cose quest’esperienza. Soprattutto che davvero la musica va al di là di qualunque stereotipo mentale, al di là del genere, dell’etichetta. La musica è cultura.




Siete stati premiati anche per la vostra “presenza scenica”, giusto?

Certo. D’altronde sappiamo tutti che il rock è intrattenimento, ribellione. Quando saliamo sul palco cerchiamo di non programmarci nulla, o quasi nulla, lo ammettiamo. Eliminiamo i freni inibitori…e ci lasciamo andare. Cerchiamo di divertirci, per far divertire il pubblico.




Avete un aneddoto carino da raccontarci?

Si. Proprio relativamente alla nostra esperienza a Dissuonando. Dopo la premiazione una famiglia si è avvicinata per farci i complimenti. Parlava il papà sessantenne, e moglie e figlio ci sorridevano. Ci ha davvero colpito questa cosa, è stato molto gratificante. Ha enfatizzato ancor più il fatto che quando la musica trasmette qualcosa, quando ha qualcosa da dire…arriva al cuore, a prescindere dal genere in cui si manifesta.




Negli anni ’70 Napoli è stata la culla di un filone blues e jazz molto ben definito, che ancora oggi influenza il panorama musicale della città. Come vi integrate nella cultura musicale napoletana, voi che producete musica così “estrema”?

Indubbiamente l’influenza musicale di cui parlate è ancora molto forte. E per noi non è semplice affermarci in questo contesto. E’ difficile andare in giro per locali e suonare. La gente vuole cover, tributi. Ma sappiamo anche che la musica è emozione, e fin quando ha qualcosa da trasmettere vale la pena di ascoltarla. Guardiamo agli altri generi con la massima apertura mentale. Ribadiamo che la musica è cultura, e non bisogna precludersi altre vie (generi). E’ stato incredibilmente emozionante per noi calcare il palco, in occasione di Dissuonando, con Senese ed Amoroso. Avevamo la pelle d’oca a vederli suonare davanti a noi, e sapere che a casa avevamo i loro cd. Un pezzo di storia che si esibiva davanti ai nostri occhi. Musica e tradizioni sono molto legati…




E’ da un paio di settimane che avete lanciato il vostro ultimo lavoro, Feed my rage, autoprodotto. Cos’ha di diverso dagli altri cd?

Sicuramente rispetto agli altri (Wayfaring, 2002; The unglourious conspiracy, 2000; Time enchanter, 1999; Beyond the line, 1998; Killing the pigs killer, 1996) è un lavoro più maturo. Siamo cresciuti, ed avevamo voglia di incanalare questo flusso di idee ed ispirazioni in qualcosa che ci rappresentasse sul serio. Non ci andava di aspettare il prossimo album, ecco perché l’abbiamo autoprodotto. E’ in commercio da poche settimane, ma pare stia piacendo molto, anche ai non amanti il genere.




Sappiamo che siete artisti a “tutto tondo”, create la musica ed i testi…ma addirittura anche alcune delle copertine…

Si, Carmine è abilissimo nel disegnare, a lui va il merito. All’inizio è nato per gioco l’idea di farci così la copertina, ma poi ha funzionato. Per quanto riguarda testi e musica, come per tutto il resto che attiene alla nostra vena creativa, ci piace essere molto istintivi. Forse è questo il segreto del nostro successo.

PUBBLICITÀ





ha collaborato ANIELLO DI NARDO

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sistema Caivano, stangata per i Sautto-Ciccarelli: quattro secoli di carcere

Oltre quattro secoli di carcere. Questa la decisione presa quest'oggi dal gip del tribunale di Napoli Valentina Giovanniello in...

Nella stessa categoria