GIUGLIANO. Spiagge bianche e attrezzate, ma senza mare blu. È il triste dato di una grossa fetta del litorale domizio tra Cuma e Castelvolturno, passando per Giugliano, ufficializzato di recente dal Ministero della Salute. I livelli di inquinamento parlano chiaro e gli ambientalisti puntano il dito contro i ritardi per la messa in sicurezza del depuratore di Cuma e contro i liquami del canale di Quarto, che arrivano direttamente sulla battigia, nonostante un intervento finanziato per 360mila euro dalla Regione. Il divieto di balneazione fa montare su tutte le furie gli operatori turistici e i sindacati dei balneari. «Dodici chilometri di costa tra Giugliano e Pozzuoli, con spiagge bellissime e dotate di tutti i comfort ma senza il bene primario, cioè il mare pulito – attacca Adolfo Masullo, vicepresidente nazionale Fiba -. Una carenza cronica che penalizza un settore che dà lavoro a oltre cinquemila famiglie solo nel Giuglianese e non fa decollare nessun circuito virtuoso per il turismo». Scattato il divieto anche per il 2005, parte la mobilitazione. Oggi verrà presentato il secondo esposto alla Procura della Repubblica contro i ritardi degli interventi di disinquinamento marino, firmato dal cartello ambientalista «Costa dei sogni», presieduto da Annamaria Lubrano, che mette insieme 40 associazioni, i sindacati dei balneari e 26 comuni. Dopodiché scatta la minaccia di attuare lo sciopero del pagamento dei canoni di depurazione, a partire da giugno. Un’iniziativa alla quale hanno già aderito i sindacati dei consumatori Codacons, Noi consumatori, Unione consumatori e l’associazione forense «L’avvocato del mare». «Se l’acqua non è balenabile, allora non paghiamo il canone di depurazione. Se non c’è il servizio, ci rifiutiamo di pagarne a vuoto il corrispettivo», tuona Gaetano Montefusco, legale di Costa dei sogni. Il calendario delle iniziative per riportare la bandierina blu sul litorale verranno presentate il 10 giugno. Intanto continua a far discutere la mancata partenza dei lavori per convogliare i liquami del canale di Quarto all’interno del depuratore di Cuma, e che invece adesso finiscono direttamente sulla spiaggia di Licola, tra Giugliano e Pozzuoli. Nel mirino, poi, l’inadeguatezza del depuratore di Cuma, per il quale è ancora in corso il contenzioso davanti al Tar di Napoli, al quale si sono rivolte le due imprese rimaste escluse dall’aggiudicazione del progetto di finanza bandito dalla Regione. I giudici si sono riuniti l’ultima volta lo scorso 4 maggio, ma la sentenza non è ancora stata resa nota. Nel frattempo i lavori di ristrutturazione restano al palo. I responsabili dell’impianto, però, si difendono: «Il depuratore fa il suo dovere – precisa Giovanni Melluso, tecnico dell’Università Federico II che sovrintende al suo funzionamento – Funziona ed è sotto il continuo controllo della magistratura. Il problema è un altro: quello delle enormi quantità di reflui trattati. Alla foce dell’impianto arrivano 20 tonnellate al giorno di materiale in sospensione. Nessun depuratore è in grado di scaricare acque che consentono la balneazione, se lavora i reflui di 1milione e 800 mila residenti».
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 24 MAGGIO 2005
MARE VIETATO, LA LOTTA PARTE DAI TITOLARI DEI LIDI
Giugliano: sul piede di guerra gli operatori dell’area costiera
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