GIUGLIANO. Teresa Vitale, responsabile legale dell’”associazione di donne Spazio Aspasia”, mostra ad InterNapoli uno dei volti al femminile del prossimo referendum del 12 e 13 giugno, circa la procreazione medicalmente assistita. Non ha mezze misure nel raccontarci le ragioni che la porteranno alle urne nei prossimi giorni. Parla di autodeterminazione lesa, femminilità offesa, tuonando con determinazione contro la legge 40.
Cosa pensa del referendum del prossimo 12 e 13 giugno?
Assolutamente necessario, indispensabile. La legge 40 è completamente da rifare. Offende e mortifica l’universo femminile e quello scientifico. Questa legge è un salto nel passato. Cancella anni di lotte, di sofferenze.
Come si muoverà allora alle urne?
Voterò sicuramente 4 SI. Le ragioni sono diverse. Una legge è giusta se è frutto di dibattito e condivisione. Ma il Parlamento ci ha consegnato una legge spaccata nel metodo, perché imposta da una parte all’altra, e nel contenuto. Afferma infatti, il valore umano dell’embrione, ma ignora il ruolo imprescindibile della coscienza femminile. Ritengo, inoltre, che la fecondazione in vitro sia una conquista eccezionale. Offre alla scienza enormi opportunità per indagare sui meccanismi di differenziazione cellulare. Un embrione è vita, per la chiesa. Ucciderlo è quindi un omicidio. Ma non è forse più sano isolare un embrione malato ai primi stadi della sua esistenza, piuttosto che aspettare che divenga un feto malato di 5 mesi? Non è un omicidio questo? Non dimentichiamoci poi di quanto offra alle coppie sterili. Sento particolarmente questa ragione, non ho figli miei. Non vedo perché costringere tanta gente a rivolgersi all’estero. Oramai si è fatto dell’Ucraina un vero e proprio business in questo settore. E chi non ha i mezzi necessari? E’ giusto mortificarli così?
Ritiene che questo referendum risulti chiaro a tutti? E’stato abbastanza pubblicizzato?
No, affatto. Molti non conoscono, ne comprendono questo referendum. Non c’è stata un’adeguata campagna di sensibilizzazione. Anzi, a mio avviso c’è stato piuttosto un tentativo ipocrita ed incivile di oscurantismo, da parte di media ma anche delle istituzioni.
Come concilia la sua identità di cattolica praticante, con la sua scelta in merito a questo referendum?
Beh, non condivido la posizione della Chiesa, ma la comprendo. In ogni caso credo stia commettendo un grosso errore. Non può imporre la sua scelta etica sfruttando in questo modo i suoi canali d’informazione. Non si può tradurre in norme civili i suoi imperativi morali. Il nostro è uno stato laico, bisogna rispettare credenti e non credenti.
«REFERENDUM INDISPENSABILE, LA LEGGE 40 MORTIFICA LE DONNE»
Giugliano, parla Teresa Vitale (Spazio Aspasia): femminilità offesa
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