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REFERENDUM: ELETTORI DIVISI ALLE URNE, CACCIA AL QUORUM
Sfida tra sì e astensione. A Marano il cardinale rinuncia all’omelia

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VILLARICCA. La parola passa agli elettori. Dopo settimane combattute a colpi di slogan, tra inviti ad andare al mare e anatemi contro il «trucchetto» dell’astensione, la legge 40 affronta la prova più dura: quella delle urne. Domenica 12 e lunedì 13 (fino alle 15), 49.731.352 milioni di italiani saranno chiamati a votare per quattro referendum abrogativi della legge che limita il ricorso alla procreazione assistita e vieta donatori esterni alla coppia, oggetto di uno scontro che ha diviso il mondo politico e l’opinione pubblica, anche in maniera trasversale.



BATTIQUORUM
. La grande incognita resta il quorum, che tiene conto anche dei 2.665.033 italiani che votano all’estero. Per validare i referendum è fissato a 24.865.677 votanti. Se tale soglia verrà raggiunta, i sostenitori della consultazione, che vogliono estendere le possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione assistita e permettere analisi scientifiche sugli embrioni, danno per acquisita la vittoria dei Sì. La strategia suggerita dalle forze politiche che vogliono conservare la legge attuale è di non andare a votare, affinché non si raggiunga il 50% più uno degli aventi diritto, facendo così decadere i referendum. Per il non-voto si è espresso il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Camillo Ruini, trovando adesioni anche nei partiti politici di entrambi gli schieramenti.


IL SILENZIO A MARANO. Fronti opposti tra chi va ai seggi e chi no, insomma. E stamattina l’arcivescovo di Napoli Michele Giordano ha rinunciato, quasi in extremis, alla visita programmata alla chiesa di San Ludovico a Marano. Secondo il sindaco Mauro Bertini “forse il cardinale ha preferito avitare di lanciare messaggi a urne aperte”.

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