L’indagine della Dda di Napoli porta alla luce un modello criminale che negli anni 2022-2024 aveva trasformato l’area nolana in un laboratorio di controllo economico totalizzante. Il clan Russo, secondo gli investigatori, aveva messo le mani su ogni settore redditizio: compravendite immobiliari, progettazioni edilizie, pratiche comunali e perfino la gestione delle scommesse.
Il sistema funzionava come una “tassa obbligatoria” imposta su chiunque volesse costruire o acquistare. Le somme versate venivano poi suddivise tra gli affiliati e nella cassa comune destinata ai detenuti. Le pressioni raggiungevano tecnici comunali, progettisti, imprenditori e privati cittadini, costretti a pagare per evitare ritorsioni.
Accanto al versante edilizio, l’inchiesta ricostruisce anche un articolato circuito di gioco illegale, gestito insieme a esponenti del clan Licciardi: agenzie di scommesse e piattaforme online clandestine permettevano di raccogliere denaro fuori da ogni controllo, con ulteriori estorsioni a titolari e gestori per coprire debiti maturati nelle attività illecite.
Il tutto mentre il clan manteneva la capacità di intervenire anche nel processo democratico locale, influenzando le elezioni comunali a Cicciano e Casamarciano.
Il quadro conferma una camorra capace di trasformarsi in impresa criminale globale, in grado di modellare economia e potere nei territori che controlla.
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