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QUALIANO, QUEL COMUNE ALLO SFASCIO
Il commento. Radiografia di un fallimento

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QUALIANO. Lo stallo dell’amministrazione comunale di Qualiano ha ormai assunto dimensioni tragicomiche: la macchina comunale, tranne qualche piccolo barlume di attività sempre meno frequente, è del tutto paralizzata. Il bilancio probabilmente sarà approvato con la solita operazione a maggioranza. I partiti della coalizione di governo propongono, attraverso i giornali, programmi di rilancio della azione amministrativa per la fine consiliatura ma che sembrano, in realtà, impantanati per la scelta degli incarichi di più o meno visibilità. L’Udc afferma che il rilancio deve partire e fa la sua proposta. An risponde con altri punti riveduti e corretti. I cosiddetti dissidenti di Fi, appellatisi Rinascita Democratica, fanno le loro proposte sempre sulla falsa riga delle altre. E i socialisti vogliono la loro visibilità. Il sindaco, durante la campagna regionale, dichiarò che la crisi era superata, salvo poi leggere sul sito che non gradiva più i capricci. Tutti vogliono risolvere il problema, tutti vogliono il benessere della cittadina ma nessuno dà l’impressione di voler trovare la soluzione.



LE RIUNIONI BEFFA. Si programmano le riunioni, anche quattro alla settimana, e poi inesorabilmente – dopo i saluti tra i convenuti – tutte le operazioni si arenano. An vuole più spazio e chiede un’ulteriore carica, oltre a quelle già in suo possesso, optando tra un altro assessore, il presidente del consiglio o il presidente della società mista. Intanto il partito si dice sia spaccato in due o più tronconi: Onofaro che fonda l’associazione “Il Ponte” dimenticandosi, forse, che certi problemi si affrontano meglio come amministratore piuttosto che creando un associazione che apparentemente sembra una bozza per una potenziale lista civica, dando l’idea di far parte sia di chi governa sia di chi fa critica.

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LA RESA DEI CONTI. E poi c’è il gruppo Zara-Ricciardiello-Marfella dissente dal vicesindaco per divergenze di vedute che li fanno sembrare in antitesi. E D’Alterio – che eletto tra le file del Ccd – è passato ad An e poi al Pdc, partito della democrazia cristiana. L’Udc che, dopo la defezione del consiglio del 22 dicembre scorso (i debiti fuori bilancio, ricordate?) cerca il rilancio attraverso i punti programmatici sopra citati senza perdere d’occhio le cariche e gli incarichi, mostrando una spaccatura latente per mesi e solo da poco resa pubblica tra coloro che provenivano dal Ccd e quelli da De, i primi più filoamministrazione mentre i secondi molto più critici. Non mancano problemi in Fi dove i gruppi sono delineati dalla maggiore o minore vicinanza al sindaco. Da un lato Toti, Franzese, Palma, Sarracino e De Luca, sostenitori accaniti del sindaco che fino alla fine non sembrano accorgersi della crisi e dei problemi. Dall’altro Morgera, Di Domenico, Odierno, Castellano e Catuogno sempre più critici verso l’operato dell’amministrazione. Il primo gruppo, diciamo la verità, è maggiormente garantito dagli incarichi di visibilità con due assessori, il presidente del consiglio e della Qualiano Multiservizi SPA; il secondo scontento per la poca considerazione e per la poca visibilità avendo solo un assessore ed un revisore conti. Ed intanto si parla delle dimissioni di Franzese, Palma e Di Domenico per fare spazio a personalità della società civile vicino alla Rinascita. Si fanno i nomi di Massimo Palella, Sabina Morgera e un Picascia non meglio definito.



COMUNE ALLO SFASCIO. Intanto il paese è allo sbando da qualche mese, quasi un anno per la precisione. Non si fa altro che andare a votare gli argomenti necessari con la solita “tecnica Schiano”, ovvero all’ultimo secondo possibile. Non tutti sanno che il Comune è sull’orlo del dissesto finanziario, che la gestione dei servizi sociali è affidata da un pool di comuni guidati da Mugnano, che il serbatoio idrico, fiore all’occhiello del programma elettorale di Schiano, quello che per intenderci doveva eliminare le cisterne e gli autoclavi, non funziona perché manca il collegamento tra questo e la rete idrica e che non inizierà a funzionare prima della prossima amministrazione. I debiti sia in bilancio che fuori sono esorbitanti.


LE OPERE FANTASMA. Vorrei poi ricordare che Schiano ha sempre affermato che le opere pubbliche era finanziate completamente dalla Regione e dall’Ue, dimenticandosi di dire, probabilmente, che lo erano in conto interessi e non in conto capitale, traslando in questo i modo i costi avanti negli anni costringendo il Comune a mutui ed a strumenti di finanza derivata come gli swap, che per forza di sono stati sottoscritti e/o dovranno esserlo.
Vorrei ricordare la fatiscenza dei campi di tennis e del Parco del Surriente abbandonati a loro stessi dopo essere stati promossi e valorizzati. Vorrei ricordare, inoltre, il costo esorbitante che la Multiservizi Spa crea sulle casse del comune garantendo lo stesso servizio che veniva effettuato dalla Nu, non capendone a questo punto l’utilità.
Caro Sindaco, proprio non ci siamo.

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