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«Così la camorra mi ha rovinato»
Marano, imprenditore racconta la sua storia: costretto a licenziare tutti gli operai

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MARANO. «I camorristi mi hanno distrutto. Mi hanno tolto tutto». A lanciare il grido di allarme è un commerciante di pellami di Marano, che non esita a raccontare la propria disavventura e a puntare il dito contro le istituzioni incapaci, a suo dire, di gestire l’emergenza
dei nostri tempi. «In questo momento
storico, racconta Antonio – cardiopatico,
70 anni ben portati, la criminalità organizzata
rappresenta una minaccia non solo
per i cittadini ma anche per l’economia
dell’intero paese. Se mi ritrovo senza nulla
– afferma Antonio, lo devo in parte allo Stato
che non mi ha garantito e in parte alla malavita
».


Ci spieghi meglio.


«La criminalità è responsabile della distruzione
di molte attività commerciali e del
tessuto sociale. La prova più stridente è il fallimento
di molte aziende. È chiaro che la
causa di molte cessazioni non è dovuto solo
al pizzo, ma ad una serie di prodotti che
ne hanno determinato la chiusura».

Ma qual è la sua storia?
«Nel mio caso la camorra prima mi ha svaligiato
un deposito di pellami ad Arzano e
dopo mi ha proposto una specie di protezione.
Diciamo una sorta di polizza obbligatoria
».


Lei ha pagato?


«Sì. Due milioni al mese. Successivamente
mi sono trasferito nel Comune di Giugliano
e anche lì, gli esattori della malavita mi
hanno offerto la stessa polizza con delle condizioni
diverse, ovvero il “premio” era di tre
milioni al mese. Ho pagato solo quattro rate.
Poi un giorno mi sono ribellato e detto no
alla camorra».


E dopo cosa è successo?

«Mi hanno incendiato la fabbrica».
E che fine hanno fatto i suoi operai?
«Tutti licenziati. Oramai sono distrutto.
Non mi resta più niente».


Ma lei ha denunciato gli episodi alle forze
dell’ordine?

«Si, ma non è successo niente. Le indagini
sono complesse. E le istituzioni sono
completamente assenti, i rappresentanti sono
bravi solo a fare propaganda. I politici, i
magistrati, le forze dell’ordine, gli amministratori
della cosa pubblica, devono onorare
con i fatti gli annunci».

Qualche tempo fa i ladri le hanno sfondato
il cancello di casa e portato via una
Mercedes, 15 mila euro di pellami, un cellulare
e un carnet di assegni.

«Sì, e come se non bastasse, da quando il
blocchetto di assegni è finito nelle mani dei
ladri il mio nome è finito nella banca dati dei
protestati. Questo significa che non potrò
avere fidi fino a quando non sarò riabilitato
dal giudice. E poi vedo delinquenti che scippano
e rubano impuniti. È vergognoso. Se è
vero che lo Stato c’è, lo si dimostri con i fatti.
E poiché non si può dire che è cosi, basta
guardare il variegato di tutti i giorni: scippi,
rapine, furti in appartamenti, estorsioni, negozi
che vengono assaltati in pieno giorno un
mix davvero eccellente di criminali sciolti
che alimentano paura e terrore. E la sensazione
è che il male cominci proprio dalla politica
locale che non è capace di tutelare
nemmeno la zona in cui abito. A Marano, i
controlli sono scarsi. In via Moyo le forze
dell’ordine non passano mai».

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MARCELLO MONARCA – IL GIORNALE DI NAPOLI 29 GIUGNO 2005

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