GIUGLIANO. Concessioni provvisorie fino a settembre e promulgazione del Pua entro l’anno prossimo. Queste le indicazioni programmatiche annunciate del Comune di Giugliano sul demanio marittimo. Prospettive cui gli operatori balneari guardano con perplessità: troppo brevi i tempi annunciati, ancora forte la precarietà per gli impresari del mare. Continua il viaggio del Il Denaro che mette a confronto la gestione degli stabilimenti balneari e le istituzioni locali.
Da una parte le promesse dell’amministrazione comunale, dall’altra i timori di chi con il turismo marino lavora.
A Giugliano non parte con tranquillità la stagione balneare. Il Comune rilascia concessioni provvisorie fino a settembre e annuncia per il prossimo anno il Piano urbanistico degli arenili (Pua) . E gli operatori balneari manifestano la loro preoccupazione per la precarietà in cui sono lasciati da queste direttive istituzionali.
“Ci vogliono rilasciare una concessione provvisoria che ci permette di lavorare questa estate, dopo di ché rimaniamo abusivi” – afferma Pasquale Trinchillo, presidente regionale del Sib – “Nel frattempo si dovrebbe concretizzare il piano spiaggia, ma per realizzare questo piano e avere l’approvazione della Regione non passeranno tempi brevi. Come per il piano regolatore, se ne parlava 35 anni fa e ancora oggi ci sono comuni che non lo hanno”.
D’altro canto, con concretezza, l’assessore al demanio di Giugliano Domenico Tagliatatela annuncia i passi del Comune: “Credo la nostra sia uno delle poche amministrazioni che sta lavorando concretamente alla stesura del Pua. Noi infatti, scaduto il bando pubblico, siamo in procinto di affidare l’incarico per la redazione del Pua con cui intendiamo riorganizzare la fascia costiera. Dovrebbe essere pronto per l’anno prossimo”. L’assessore precisa anche la tempistica: “Una bozza di progetto sarà pronta entro ottobre. Su quella saranno chiamati ad esprimersi operatori del mare, cittadini, commercianti, le varie categorie interessate. Quando si sarà trovato un accordo sul riassetto della situazione del litorale procederemo”. Nella condizione attuale, secondo il sindacato, rilasciare la concessione provvisoria e delegare tutto il riassetto della costa al Pua rappresenta una risposta soggettiva del Comune, non un progetto in linea con la legge in materia.
“Per la nostra categoria – prosegue Trinchillo – si poteva fare diversamente: rinnovare concessione di sei anni tacitamente, definire il Pua e far rientrare le concessioni all’interno del nuovo regolamento. Oppure si poteva imitare la situazione del comune di Castelvolturno, dove si è stabilito che le concessioni saranno solo adeguate nel momento in cui si pubblicano i Pua. Questo tipo di strategia avrebbe accolto il nostro favore e ci avrebbe permesso di aprire gli stabilimenti tranquillamente”.
Al momento attuale nella gestione delle industria della balneazione si arriva al paradosso di stabilimenti, come il Lido Varcadoro, diviso tra i due comuni (appunto Giugliano e Castelvolturno) che sottostanno a modalità legislative differenti, a discapito di chi sul mare ha creato la sua industria. “Ci rendiamo conto – conclude Trinchillo – che forse lo stesso comune si è trovato ‘spiazzato’ nel dover gestire anche il demanio marittimo ma sono quattro anni che aspettiamo la concessione.
Nello stesso tempo non ci spieghiamo perché il comune di Giugliano abbia intrapreso questo tipo di strada”.
Ilaria B. Varriano – dal quotidiano “IL DENARO”


