MARANO. Sono bastate poche ore per risolvere il dramma di Francesco Armillis, il bimbo di quattro mesi che per non rischiare la vita ha bisogno del pulsossimetro, uno strumento che misura la quantità di ossigeno nel sangue. Dopo l’articolo pubblicato dal Mattino si è scatenata la gara di solidarietà. In tanti si sono offerti per aiutare Anna e Christian, i genitori di Francesco. Ed è stata l’Acen (l’associazione dei costruttori edili) ad agire nella maniera più tempestiva fornendo subito il salvavita. L’Acen ha battuto anche la Asl 2 che pure, con un’inversione di rotta, era alla fine riuscita a procurare l’apparecchio. «Grazie, ma ormai non ne ho più bisogno: dopo l’intervento dei costruttori ho già risolto il problema», ha risposto Anna, la mamma di Francesco ai funzionari sanitari. «Siamo usciti dal tunnel della paura nel quale ci aveva gettato la risposta della Asl 2 – dicono i genitori del piccolo – ci avevano detto che prima di due mesi non avremo avuto il pulsossimetro necessario a Francesco per non rischiare la morte. Poi fortunatamente tutto si è risolto». Alle nove di ieri mattina i costruttori erano già in campo e alle 17 l’apparecchio è stato consegnato dalla ditta Eubios di Luigi Esposito alla mamma e al papà di Francesco. Nel frattempo tanti altri, tra enti e privati cittadini, si erano fatti avanti per regalare il pulsossimetro a Francesco. C’è stato un cittadino, Domenico Giliberti, che aveva già cominciato a organizzare una sottoscrizione quando è arrivata la notizia dell’intervento dell’Acen. Bruciato sul tempo anche il Comune di Marano. «Non è possibile che emergenze del genere debbano arenarsi nelle pastoie della burocrazia», ha sottolineato il sindaco Mauro Bertini. «Anche noi avevamo deciso di fornire l’apparecchiatura portatile, il cui costo è di poco più di 500 euro – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Menna – Ma, come spesso accade, la denuncia della stampa ha fatto scattare la catena di solidarietà con una vera e propria gara contro il tempo. Al punto che il tempestivo intervento dei servizi sociali resterà per ora congelato». E la Fipe (la federazione italiana pubblici esercizi) su indicazione del presidente Antonio Pace, ha inviato un fax per dichiararsi pronta all’acquisto del salvavita. Come Antonio Diletto, responsabile della prima ambasciata dei bambini nel mondo Medjashi, una ong riconosciuta dall’Onu. Anche la stessa Asl 2, che aveva chiesto alla famiglia Armillis di aspettare 45 giorni per avere il pulsossimetro, ha improvvisamente scoperto di avere già uno strumento disponibile dichiarandosi pronta a consegnarlo ai genitori di Francesco. In un comunicato il direttore sanitario dell’Asl 2, Walther Domeniconi, ha sostenuto: «L’azienda non ha sottovalutato il problema, né l’ha interpretato come una procedura burocratica. A fronte di una gara che ci viene imposta dalla normale prassi di legge, per sopperire alle necessità immediate ricorriamo all’utilizzo di un pulsossimetro già in dotazione dell’Asl». E, infatti, l’apparecchio è stato consegnato alla mamma, ma si è rivelato non del tutto adeguato (è quello portatile e non quello completo richiesto dalla famiglia). Ma non basta: in un comunicato la Asl precisa: «Il giorno 11 luglio è stata presentata l’istanza di richiesta del pulsossimetro, il giorno 13 sono stati spediti gli inviti ai fornitori per la presentazione delle offerte, il prossimo 2 agosto verranno aperte le buste per l’acquisto dello strumento». Ma ancora ieri la responsabile dell’unità operativa materno infantile, Antonella Russo aveva ripetuto: «La documentazione presentata è imprecisa. Se i genitori ci porteranno la documentazione esatta, organizzeremo la gara. E per completarla ci vorranno quarantacinque giorni». Una svolta, dunque. Anche da parte della Asl 2. Finalmente.
DANIELA DE CRESCENZO – IL MATTINO 15 LUGLIO 2005


