MONTE DI PROCIDA. Tre suicidi in meno di due anni. E un balcone maledetto: quello che ha distrutto un’intera famiglia. Prima Enrico, 32 anni; poi il padre Michele. E ieri mattina si è tolta la vita anche lei, Rita, la mamma del giovane che nel gennaio del 2004 ha dato inizio a questa impressionante catena di morte. Lo stesso, terribile destino. Monte di Procida, il piccolo centro dell’area flegrea dove la famiglia Costagliola ha sempre vissuto, è sconvolta. Commossa. Qui, in uno stretto viale che dalla piazza principale porta giù verso il mare di Acquamorta, in una palazzina di corso Umberto, si è consumato l’ultima pagina di un dramma. Rita Egle, 67 anni, alle prime luci dell’alba, non ha più resistito ai fantasmi dei ricordi. Ai lunghi silenzi di una casa improvvisamente piombata nel vuoto. Non ha più avuto la forza di affrontare un giorno pieno solo di amarezze e di rimpianti. Prima ha sistemato il suo appartamento, lavato e rassettato le stanze da letto e ripulito il bagno. Poi, senza lasciare nulla di scritto, si è diretta al maledetto balcone. E ha scavalcato la ringhiera, ripetendo lo stesso terribile gesto fatto dai due uomini della sua vita. Un volo di quasi dieci metri. La signora Rita si è svuotata giorno dopo giorno. A partire da quel cupo pomeriggio del 28 gennaio dello scorso anno quando Enrico, studente universitario, esce fuori al balcone e si lancia nel vuoto. Senza una spiegazione plausibile. Non si danno pace, i genitori. La loro vita si spezza in quel momento. In modo definitivo. Il padre, Michele, 71 anni, il 6 settembre dice alla moglie che sta per uscire. È una bugia. E si uccide, allo stesso modo di Enrico. Rita rimane in quell’appartamento. Ha un’altra figlia, ma vive da sola. Alla fine, non regge al dolore. E anche lei decide di mettere la parola fine. Sempre da quel maledetto balcone. Il balcone dei suicidi.
PINO TAORMINA – IL MATTINO 20 LUGLIO 2005
