GIUGLIANO. Troppi ritardi per la bonifica del litorale domitio, insorgono gli ambientalisti e gli operatori turistici: «Il degrado allontana i bagnanti e se non acceleriamo l’iter degli interventi per il disinquinamento marino, non riusciremo ad accogliere i turisti neanche nel 2006». Nel mirino i ritardi per la messa in sicurezza del depuratore di Cuma, al quale affluiscono i liquami di oltre un milione di residenti della zona a nord di Napoli, più gli scarichi delle industrie della zona Asi di Giugliano. L’avvio dei lavori finanziati dalla Regione sono rimasti bloccati due anni da un contenzioso tra le ditte in gara e, di recente, il bando è stato annullato azzerando l’iter. C’è grande preoccupazione a Giugliano: i tempi si allungano e si rischia di saltare anche la prossima estate. «Con il mare inquinato, l’economia locale è al tracollo. Anche quest’anno chiudiamo la stagione con un bilancio negativo – dice Alfredo Fasullo, vicepresidente nazionale Fibe, la federazione dei balneari – e non vede luce la ristrutturazione del depuratore di Cuma, che continua a funzionare in sovraccarico. Quella di riportare le bandierine blu è un’aspirazione legittima che si può concretizzare solo grazie all’opera di risanamento annunciata dalla Regione». Così il dibattito resta acceso. Protestano i privati, che hanno investito fior di quattrini per le loro attività, ma anche i residenti, assediati dal degrado e dai miasmi del depuratore di Cuma. «Anche quest’anno i bagnanti hanno snobbato la nostra costa nonostante la convenienza delle tariffe che abbiamo offerto», attacca Salvatore Trinchillo, rappresentante Sib. Sui dodici chilometri di costa tra Giugliano e Pozzuoli, con spiagge bellissime e dotate di tutti i comfort, manca da anni il bene primario, cioè il mare pulito. Una carenza cronica che penalizza un settore che dà lavoro a oltre cinquemila famiglie solo nel Giuglianese e non fa decollare nessun circuito virtuoso per il turismo. Contro i ritardi del disinquinamento marino, il cartello ambientalista Costa dei sogni, presieduto da Annamaria Lubrano, minaccia di attuare lo sciopero del pagamento dei canoni di depurazione. Un’iniziativa alla quale hanno già aderito i sindacati dei consumatori Codacons, Noi consumatori, Unione consumatori e l’associazione forense L’avvocato del mare. «L’acqua non è balneabile, allora non paghiamo il canone di depurazione. Il servizio non c’è e noi ci rifiutiamo di pagarne a vuoto il corrispettivo», dice Gaetano Montefusco, legale di Costa dei sogni. Nel frattempo i responsabili dell’impianto ammettono di lavorare in affanno. «Il depuratore fa il suo dovere – precisa Giovanni Melluso, tecnico dell’Università Federico II che sovrintende al suo funzionamento – Funziona ed è sotto il continuo controllo della magistratura. Il problema è un altro: quello delle enormi quantità di reflui trattati. Alla foce dell’impianto arrivano 20 tonnellate al giorno di materiale in sospensione. Nessun depuratore è in grado di scaricare acque che consentono la balneazione, se lavora i reflui di 1milione e 800 mila residenti». Nel frattempo la chiusura del canale di Quarto, che dal ’93 scaricava i liquami direttamente sulla battigia, fa apprezzare dei miglioramenti. Le acque da melmose sono diventate trasparenti e in alcuni tratti il fondale è diventato addirittura visibile. Ma restano cauti i sindacati. Il prossimo passo? «Far partire lo studio di fattibilità delle condotte sottomarine – dice Annamaria Lubrano, presidente di Costa dei sogni – che dovrebbero portare al largo i reflui trattati dal depuratore di Cuma». Per fare pressione sulla Regione, Costa dei sogni e le associazioni di consumatori annunciano lo «sciopero» del pagamento del canone di depurazione dei reflui. Vicenda legata al cattivo funzionamento dei depuratori.
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 10 SETTEMBRE 2005
DA GIUGLIANO A POZZUOLI: RIVOLTA PER IL DEPURATORE
Residenti e ambientalisti: l’impianto di Cuma è inadeguato
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