GIUGLIANO. Gli agricoltori continuano a mantenere lo stato di agitazione perché i prezzi dei prodotti agricoli sono ancora assai bassi sul mercato. All’ingrosso i prezzi delle pesche raggiungono appena quindici-venti centesimi di euro che neppure bastano a coprire i costi di produzione. «I quantitativi da cogliere sono ancora molti, quindi, siamo ancora fortemente preoccupati», affermano alcuni agricoltori del Giuglianese. Si spera che le quotazioni possano salire con le pesche di varietà «tardive» come la Caldesi, le Fartaime, le Terzarole ed altre varietà per ancora quaranta-cinquanta giorni di mercato. Insomma, la speranza è l’ultima a morire anche se sono pochiessime le possibilità di raddrizzare l’annata. E per questo i coltivatori non smettono lo stato di agitazione, «pronti a passare ad azioni più pesanti», come dice il vice presidente della Cia, Salvatore Ciardiello. «Insieme e uniti per avere risultati che possono dare speranza per ottenere dalla Regione e dal governo interventi contributivi adeguati ai danni subiti – dice il presidente Giuseppe Pirozzi, di Giugliano – Saremo costretti a scendere in piazza dicono i produttori che hanno organizzato la lotta: la Coldiretti la Cia e Confagricoltora». Per la Coldiretti di Napoli e provincia, il direttore e il presidente, De Simone e Imparato, hanno rinnovato l’invito ad usare la via più breve e non quella burocratica per ottenere riconoscimento dello «stato di crisi». Si chiede un intervento per dare una boccata d’ossigeno per gli operatori del settore. Sono infatti tante le scadenze: tributi, tasse, mutui per la restituzione dei prestiti, cartelle esattoriali ed continuo aumento di benzina e gasolio. E per finire gli agricoltori proclamano una politica di lotta fattiva a difesa dei loro prodotti, capace di interpretare soprattutto le quotidiane esigenze delle famiglie. Un primo passo è già venuto: la giunta regionale ha approvato la delibera con cui riconosce lo stato di crisi del mercato agricolo su tutto il territorio regionale per l’attivazione delle misure previste dalla legge del 29 aprile 2005 numero 71. La legge sarà varata dal governo che prevede interventi nelle aree dove si sono verificate riduzioni di reddito medio delle imprese agricole di almeno il 30 per cento rispetto al reddito medio del triennio precedente».
ACHILLE IACCARINO – IL MATTINO 13 SETTEMBRE 2005


