NAPOLI. Centinaia i fedeli raccolti in preghiera oggi al Duomo di Napoli. Una folla variopinta, fatta di mistici e popolani, religiosi e curiosi. Tutti lì ad accalcare la cattedrale, per l’appuntamento che porta in sé l’emblema del folklore e della spiritualità napoletana. Un evento reso ancora più importante quest’anno dalla ricorrenza dei 17 secoli di martirio del Santo patrono, avvenuto secondo la tradizione nell’anno 305. Così, tra la ressa e le preghiere, si è ripetuto anche stavolta il MIRACOLO DI SAN GENNARO. A sventolare il fazzoletto bianco dall’altare – simbolo dell’avvenuta liquefazione – tra gli applausi dei fedeli è stato il Cardinale Michele Giordano, appena alle 9:56 di questa mattina. “E’ un segno fortemente propiziatorio – fa eco il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino – Il sangue si è liquefatto per fortuna, ed in fretta anche. Pare che S. Gennaro continui a proteggere la nostra città, recando a noi tutti un forte messaggio di speranza. Ma è anche un segno di incoraggiamento per tutti quelli come noi che, in politica, nella scuola o in ogni altro settore della società, lavorano per il bene comune”. Il sangue di S. Gennaro, raccolto nell’ampolla custodita in cattedrale, si liquefa tre volte l’anno. La prima, appunto, nel giorno in cui si commemora il Santo. La seconda il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631 bloccata – secondo la tradizione – dopo le preghiere al Patrono. E la terza nel sabato precedente la prima domenica di maggio, in cui, attraverso le processioni per le vie della città, si ricordano le innumerevoli traslazione compiute dalla reliquia nel corso dei secoli. La tradizione vuole che alla non liquefazione del sangue in una di queste tre date siano legati eventi calamitosi che hanno segnato la storia di Napoli: dall’eruzione del Vesuvio, alla peste, alle invasioni. Per anni gli scienziati si sono interrogati sull’argomento. Recenti studi hanno persino tentato di riprodurre il fenomeno in provetta. Ma i risultati non sono stati pienamente soddisfacenti: il sangue, se agitato, o si liquefa tutto o per nulla. L’imprevedibilità del fenomeno reale smentisce, quindi, la tesi scientifica. Il sangue del Santo, infatti, non sempre si scioglie completamente, e neppure sempre in fretta. Alle volte – come nel maggio del 1976 – occorrono interi giorni. Che sia un evento miracoloso, o frutto di qualche strano fenomeno scientifico sta solo alle nostre coscienze giudicarlo.
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