INTERNAPOLI. Di una sincerità disarmante, persino dolorosa. Senza giri di parole, nè mezzi termini. Sensazioni, dubbi, incertezze. E’ tutto lì, limpidissimo, parola dopo parola, nel modo più franco e sincero ci si possa aspettare. La fragilità di un uomo-bambino, di un uomo frustrato alla continua ricerca di “non so cosa”, che si agita tra la vita come in una foresta di belle promesse, in continua fuga dal mondo reale fatto di doveri e responsabilità. E’ la storia di un amore rincorso, sgualcito e abbandonato alla ricerca di un altro, assoluto, supremo. Di un uomo che continua a collezionare storie e fallimenti, incastrandoli gli uni dentro gli altri come in un’enorme matrioska. E’ la storia di mille storie. Di mille uomini, e mille donne che si ritrovano a fare i conti con la realtà, che non è più sogno, né fantasia. Di una vita disillusa, amara. In un crescendo emotivo travolgente, nel nuovo libro (“Nel Momento”, ed. Bompiani, 8 euro) De Carlo è riuscito col suo modo naturale e cristallino, a rendere reale anche ciò che è impalpabile. Ma c’è altro: possibilità, riscatto, felicità. Sentimenti. E’ un salto nel buio estremamente consapevole. L’attesa di un momento, sincero, reale. Un solo momento da guardare negli occhi, per capire che forse tenderà all’infinito.
Andrea De Carlo nasce a Milano l’11 dicembre del 1952. Laureato in storia moderna, vive a lungo negli Stati Uniti e poi in Austria. Dopo aver insegnato lingue, e fatto il fotografo scrive il suo primo racconto, “Treno di panna”, nel 1981. Ha l’onore di assistere alla regia Federico Fellini, nel film “E la nave va”, seguiranno altri lavori come co-sceneggiatore. I suoi lavori sono tradotti in 21 Paesi. “Nel momento“ è edito da Bompiani nell’aprile 2005.
