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VENT’ANNI DALL’OMICIDIO SIANI: «LA CAMORRA E’ PIU’ DEBOLE»
A Marano la commemorazione del cronista ucciso dalla criminalità

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MARANO. Si è tenuta oggi al teatro Lily di Marano la commemorazione del ventennale dell’uccisione di Giancarlo Siani, il giovane giornalista de Il Mattino morto per mano della camorra. Fu uno dei primi ad intuire lo stretto legame delle famiglie camorristiche maranesi a quelle corleonesi di Totò Riina. Pagò per questo, Siani. I mandanti dell’omicidio furono i Nuvoletta. “Una storia nata a Marano, quindi, ed è qui che deve terminare – dice il sindaco Bertini – Per tanti anni la città ha tentato di dimenticare l’accaduto, di superarlo. Ci siamo chiesti come fosse possibile che proprio il nostro paese, che ha dato i natali a Petronio, avesse potuto darli a gente di questa risma, ad assassini. Ci siamo sempre vergognati. Ma ora non lo facciamo più. Abbiamo combattuto. Ed ecco la nostra soddisfazione: prima erano i camorristi a comandare da queste parti. Ora si nascondono, come i topi nelle fogne.” Esordisce così il primo cittadino, in questa giornata dedicata alla lotta alla camorra, ed al ricordo. Ed è proprio la legalità ed il progresso sociale il fulcro dell’ottava edizione dell’ormai noto “Marano ragazzi spot festival”, la manifestazione che vuole essere uno spazio aperto, attraverso cui gli studenti di tutto il paese producono pubblicità sociali. La premiazione si è tenuta oggi, in concomitanza con la “commemorazione Siani”. Ad accorrere alla manifestazione gli esponenti delle istituzione, dal presidente della regione Bassolino, all’assessore regionale Corrado Gabriele. “Bisogna affrontare la legalità. Parlare di questo tema all’infinito. Abbiamo fatto tanto, ma non sono ancora contento. Bisogna educare, educare… Senza stancarsi mai. I giovani sono la nostra ricchezza, e la legalità va cercata nelle piccole cose”, sottolinea Alberto Bottino, sovrintendente scolastico regionale. Centro del dibattito di oggi è stato lo stretto legame tra le istituzioni e la scuola, motori immobili della società. “La burocrazia e le istituzioni sono al servizio del cittadino, per coordinarlo e guidarlo. Ma è la scuola a fornire i mezzi diretti per educarlo alla sensibilità. Facciamo di Marano una Provincia della legalità”, sottolinea l’assessore Sibilio. “Bisogna seguire le iniziative sul territorio. Qui c’è un cuore pulsante. Affrontiamo la legalità a viso aperto” – esorta l’assessore regionale Corrado Gabriele. “E’ grazie alla scuola, il nostro collante sociale, che abbiamo la nostra memoria stoica. La camorra si combatte su tutti i fronti: sviluppo, lavoro, regole, e solidarietà” – dichiara Bassolino. Ma è nelle ultime parole di don Luigi Merola che si racchiude il senso di questa lotta: “Osare deve essere il verbo che un buon amministratore ed un buon educatore devono saper coniugare ogni giorno. Saper guardare al futuro e ai tanti segni di speranza sarà la sfida quotidiana di tutti”.

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