MARANO. Quando il telo cade e appare la scritta «Giancarlo Siani, narratore di verità ucciso dall’infamia camorristica», Maria tira un sospiro di sollievo. Dopo quattro anni di minacce, di manifesti strappati, di articoli di giornale fatti a pezzi, ce l’ha fatta. Finalmente la scuola dove insegna da dieci anni, il terzo circolo di Marano, per tutti è diventata l’istituto Siani. E poco importa se fino a ieri la tensione era alle stelle ed è stato necessario riaffiggere gli avvisi più e più volte perché mani ignote li facevano sparire. E mentre si susseguono i discorsi ufficiali, le maestre distribuiscono un cartoncino con il volto sorridente di Giancarlo. Sul frontespizio i bambini raccontano perché insegnanti e studenti hanno voluto che la loro scuola portasse il nome del giornalista del Mattino ucciso dalla camorra. Quel cartoncino è rimasto per quattro anni nei cassetti. La cerimonia che si è svolta ieri mattina nel cortile del terzo circolo di Marano, infatti, era stata programmata già una volta, quattro anni fa. Ma quella era anche la scuola dei figli dei killer di Giancarlo, là dentro il nome del giornalista era una bestemmia. Del cronista ragazzino bisognava dimenticare il volto. Quella vita scomoda doveva essere liquidata in una manciata di minuti. Non era andata così. I killer erano stati presi e quel delitto era diventato un marchio d’infamia. E Marano, perfino Marano, la città che era stata dei Nuvoletta, stava cambiando. Gli insegnanti si erano messi in testa di spiegare la legalità nelle scuole e avevano creato un’associazione, un consorzio, così l’avevano chiamato, «contro le mafie». E poi qualche altro matto si era messo a far girare spot contro la camorra anche agli studenti più piccoli. Ed era nato il «Marano ragazzi spot festival». Ma in fondo, pensavano ancora i camorristi, un pugno di illusi non può certo cambiare una città dove si è sempre visto chi comanda davvero. L’elementare Siani esisteva solo in provveditorato, a Marano conoscevano il terzo circolo. Un numero, nessun nome. Tanto che i bambini pensavano, e lo hanno scritto sul loro cartoncino, che Siani fosse un cantante. Finché Maria, la loro insegnante, cominciò a spiegare, realizzare mostre, dibattiti, disegni. Dopo un anno di lavoro organizzò, insieme con il consiglio di circolo, una manifestazione pubblica per scoprire nell’istituto una targa con il nome di Giancarlo Siani. Arrivarono le allusioni, poi le minacce, chiare, precise, agli insegnanti, a chi nel consiglio d’istituto si era battuto per l’iniziativa. Nessuno scese in campo per difendere la scuola. Le locandine finirono tra le carte dell’archivio, i manifesti già affissi furono strappati, gli altri furono arrotolati. Tutti tranne uno. Gli insegnanti piegarono l’immagine del giornalista e la portarono in un’altra scuola, quella di Lentini con la quale erano gemellati. E Giancarlo per quattro anni ha sorriso ad altri bambini. Per quelli di Marano è restato un cantante. Fino a ieri. Maria e le altre, infatti, non si diedero per vinte e qualche mese fa, contattato il sindaco, Mauro Bertini, e Corrado Gabriele, un ragazzo di Marano nel frattempo diventato assessore regionale, tornarono alla carica. Con il vecchio dirigente del circolo Elio Tafuto, e con quello nuovo, Fausto Masseglia, organizzarono una nuova manifestazione. E questa volta ce l’hanno fatta: «Ogni giorno abbiamo affisso i manifesti – racconta Maria – e ogni giorno ce li hanno strappati, fino a poche ore prima della cerimonia. Ma non conta. Oggi abbiamo vinto. E da domani si ricomincia». Si ricominica, forse, con qualche amico in più. Lo hanno promesso Bertini, Gabriele, ma anche Paolo Siani e don Tonino Palmese, referente dell’associazione Libera che ieri hanno partecipato alla festa. Poi al teatro Lily – dopo lo spettacolo dei ragazzi del carcere minorile di Airola e la proiezione del corto di Zac – il governatore Bassolino, il direttore scolastico regionale Alberto Bottino, il presidente di Libera don Luigi Ciotti, il caporedattore del Mattino Pietro Gargano, il referente regionale di Libera Geppino Fiorenza. Con un impegno che Gabriele ha preso a nome della Regione: varare una legge che renda stabili e promuova le iniziative del consorzio delle scuole della città e del Marano Spot Festival.
DANIELA DE CRESCENZO – IL MATTINO 24 SETTEMBRE 2005

