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«SONO STANCO, E’ UN IGNOBILE GIOCO AL MASSACRO»
Melito. La lettera di Di Gennaro. Il documento di Tuccillo (Prc)

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MELITO. Il sindaco di Melito, Gianpiero Di Gennaro ha rassegnato le proprie dimissioni. La decisione, “attentamente meditata”, è stata ufficializzata con una lettera inviata a tutti i consiglieri comunali. Nella missiva, dopo aver rivendicato i risultati conseguiti nei due anni di attività, il sindaco dimissionario denuncia “l’esistenza dì un’opera di delegittimazione dell’intera compagine amministrativa, portata avanti ormai da tempo ad opera dell’opposizione di estrema sinistra”. Il documento chiarisce che a” deteriorare irrimediabilmente la situazione è stata, nelle ultime settimane, la divulgazione sistematica e mirata (peraltro riportata anche dalla stampa) di indiscrezioni di incerta provenienza su possibili provvedimenti giudiziari nei confronti di esponenti dell’amministrazione”. Ecco, di seguito, la missiva del sindaco. Sotto, la replica di Tuccillo (Prc).








IL SINDACO: “BASTA CON LE PROFEZIE DI SCIGURE GIUDIZIARIE”




di GIAMPIERO DI GENNARO



Colleghi Consiglieri,

a poco più di due anni dall’insediamento dell’ Amministrazione da me presieduta, sento il dovere di
condividere con voi talune riflessioni scaturite dagli accadimenti delle ultime settimane.
Non è il caso di rammentare in questa sede le vicende che hanno segnato in maniera
indelebile questa esperienza amministrativa sin dal suo avvio.
Al di là delle differenziazioni politiche esistenti tra noi, ritengo che il biennio appena
concluso sia stato vissuto da tutti noi in modo assai intenso, spesso teso, come forse mai prima
d’ora era accaduto a Melito.
Si è trattato, a mio avviso, di un periodo sicuramente da valutare positivamente sotto il
profilo politico e amministrativo, con momenti di confronto contraddistinti da grande dedizione da
parte di tutti noi.
Ognuno potrà giudicare questi due anni più o meno positivamente, come è ovvio. A me resta
la persuasione di un lavoro apprezzabile, specie quello scaturito dalla collaborazione ampia
registrata non di rado in Consiglio comunale.
Forse si sarebbe potuto fare di più e meglio, ma fattori diversi non lo hanno consentito. Ciò
che di certo non è mai mancato, tuttavia, è stata la buona volontà, il desiderio di migliorare Melito
per noi e per le generazioni future. Si è cercato sempre di dare il massimo, nonostante le difficoltà
del percorso intrapreso e la dichiarata, preconcetta avversione di alcuni.
Chi scrive si è sempre sentito Sindaco di un’intera comunità e non di una sola parte politica.
Ora, però, la situazione appare irrimediabilmente compromessa: l’opera di delegittimazione
al danni di questa compagine amministrativa, iniziata già una manciata di ore dopo il suo
insediamento, ha raggiunto il suo culmine in questi ultimi giorni.
Senza voler in questa sede scendere nel dettaglio di quanto accade con cadenza ormai
quotidiana, basta segnalare alla vostra attenzione la campagna denigratoria ordita con scientifica
meticolosità dai nostri detrattori, impegnati in ogni angolo di strada a diffondere, con granitica certezza, profezie ispirate e divulgate chissà come e da chi su imminenti sciagure giudiziarie a danno di esponenti del governo cittadino ed in primis del sottoscritto. Mi chiedo chi dovrà rispondere di tutto ciò. La pratica della delazione è stata assunta da qualche pseudo politico come strumento principe del proprio agire, l’unica forma di confronto con l’avversario. Per ironia della sorte, oggi questo stile di vita ha finito per diventare l’occupazione prediletta anche da parte di personaggi che hanno costruito le proprie fortune sguazzando nella melma degli anni bui della nostra cittadina ed oggi disperatamente cercano di ricostruirsi una verginità issandosi a paladini della legalità.
Cosa è costretta a vedere la nostra Melito! E’ opportuno che in breve tempo qualcuno si
assuma l’onere di ricostruire con oggettività le vicende dell’ultimo quindicennio di vita politica
melitese e il ruolo svolto in tale periodo dai moralizzatori dell’ultim’ ora.
Ebbene, nonostante la serenità del mio animo e la nettezza della mia coscienza, devo
constatare con profondo rammarico che lo stato di cose determinatosi ha fiaccato in me ogni forza
necessaria a guidare adeguatamente l’Amministrazione. Il velenoso clima instauratosi paralizza
tutti, vanificando ogni possibilità di operare in modo sereno e lucido come i problemi di Melito esigono.
Non passa istante senza che le profezie di sciagure sopra ricordate vengano propagate nelle
strade, negli uffici comunali, nelle sedi politco-istituzionali locali, provinciali, regionali e nazionali.
Per chi, come il sottoscritto, è cresciuto politicamente nella convinzione che le istituzioni
vadano sempre difese e rispettate e che non possano essere ridotte a terreno di scontro politico, gli
intendimenti che emergono da questa missiva non rappresentano un segno di resa, ma
un’assunzione di responsabilità nei confronti della cittadinanza melitese, che necessita di
un’Istituzione locale solida e non di un bersaglio sul quale sparare ad ogni occasione per
assecondare aspirazioni che con l’interesse collettivo hanno ben poco da spartire.
Non intendo prestare il fianco a chi sta praticando quest’ignobile gioco al massacro, nella
speranza di goderne un giorno i frutti. Mi auguro che tali sentimenti siano apprezzati non solo dai
partiti di maggioranza, ma anche da quelli appartenenti ad un’opposizione che, a parte un cronico
caso isolato, ha mostrato di saper svolgere il proprio ruolo senza dover giungere alla sistematica
demonizzazione del proprio avversario.
Sul piano personale, non smetterò un attimo di lottare, con tutti gli strumenti a disposizione,
per difendere con le unghie e con i denti l’onorabilità mia e di coloro che mi sono stati accanto in
quest’ esperienza, condividendone gioie ed amarezze. Con determinazione ed orgoglio altrettanto forti continuerò d’ora innanzi a rivendicare l’operato di questa compagine e ne evidenzierò i non
pochi risultati conseguiti.
Per concludere, ritengo che in questa fase il miglior servigio che io possa rendere a Melito
sia quello di rassegnare le mie dimissioni dalla carica di Sindaco, nell’ auspicio che tale decisione
venga da tutti compresa e che possa in qualche modo aprire gli occhi a chi ha a cuore davvero le
sorti della nostra città.



sindaco dimissionario di Melito

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L’OPPOSIZIONE: “DIMISSIONI-BURLA, VADA VIA L’INTERO CONSIGLIO”




di BERNARDINO TUCCILLO


Con una lettera delirante ed un manifesto irricevibile, sindaco e maggioranza annunciano il primo le dimissioni (finte, visto che si convoca per il 19 ottobre il Consiglio comunale) e la seconda un’offensiva mediatica che distorce in toto la verità dei fatti.
Il sindaco lascia l’incarico perché, poverino, diffamato dai soliti giustizialisti della giustizia estrema. Scuola Berlusconi, Dell’Utri, Previti.

I soliti comunisti, che diffamano l’avversario, insomma. Infatti è comunista l’onorevole Marcello Taglialatela (An) che con un’interrogazione parlamentare denunciò l’inquinamento del voto a Melito, è comunista l’on. Nando Dalla Chiesa (Margherita, stesso partito di Di Gennaro) che, dopo i fatti del dicembre scorso, lanciò l’allarme sulle sconcertanti presenze all’interno del Fiorellino a Melito. Sulle parole di Dalla Chiesa, da Di Gennaro e soci, gelo e silenzi assordanti: con l’aggiunta dell’immediata censura di un manifesto di Verdi sull’argomento.

Ricordo, infine, che autorevoli esponenti della giunta moderata chiesero in quell’occasione le dimissioni del sindaco (vere, non finte).
Altro che la voce isolata e astiosa della solita sinistra estrema.

Il primo cittadino lascia l’incarico, quindi, perché diffamato. Ha però “la coscienza pulita” ed è “sereno”. Un attimo dopo, però, afferma di “non vere più l’energia per proseguire”: alla facci della serenità. Chi è tranquillo ed è a posto con la coscienza non si dimette (neanche per finta).
Gli annunci di sventure, le voci da marciapiede (che frequentiamo pochissimo), non ci hanno mai intrigato. Noi ci siamo ripetutamente espressi nelle sedi istituzionali, con documenti pubblici, interrogazioni, articoli. Siamo abituati a parlare alla luce del sole, e ad assumerci le nostre responsabilità. Infine non sappiamo a chi e a che cosa ci si riferisca quando Di Gennaro parla di “pseudo-politici avvezzi alle tecniche di delazione”. Probabilmente, però, ci si è un po’ lasciati prendere la mano, dimenticando che la consuetudine di dare del “delatore” (magari “infame”) a chi si ritiene contribuisca a chiarire verità scomode è propria della peggiore cultura mafiosa, che da sempre tesse le lodi della reticenza e dell’omertà.



consigliere provinciale, capogruppo Prc Melito

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