MELITO. «Sindaco non mollare». I consiglieri di maggioranza e gli assessori occupano l’aula consiliare per chiedere al primo cittadino dimissionario di ripensarci. Da ieri mattina nell’atrio del comune di Melito campeggia uno striscione con il quale i rappresentanti di Margherita, Udeur, Sdi e Italia dei valori, invitano il sindaco Gianpiero Di Gennaro a ritornare sui propri passi. «Non possiamo prestare il fianco ad accuse infondate, rimanere vittime di una campagna denigratoria. Ora bisogna ripristinare un clima di serenità e andare avanti», dicono. Infuoca gli animi, però, la lettura dei giornali con le dichiarazioni dell’opposizione su presunte infiltrazioni criminali. La maggioranza non ci sta e annuncia querele: «Basta insinuazioni, ora passeremo alle vie legali. Siamo stati eletti legittimamente», dice Agostino Pentoriero, Margherita. «A Melito la presenza della camorra è a orologeria, si innesca la bomba quando fa comodo – dice il presidente del consiglio comunale, Piero D’Angelo – per colpire gli avversari politici. Eppure nel ’99 i partiti di questa maggioranza si apparentarono al ballottaggio con l’estrema sinistra che adesso ci accusa, come allora fece col centrodestra». «Solo basse insinuazioni, se si trattasse di un attacco politico – dice Peppe Barretta, Udeur – ci difenderemmo in consiglio». Il dibattito si fa acceso sull’eventuale commissariamento che, temono, potrebbe arenare i progetti in cantiere per la città. «Non possiamo arrivare allo scioglimento, sarebbe la città a farne le spese», aggiunge Alessandro Simeone dello Sdi. Al presidio partecipa anche la giunta. «Armi puntate strumentalmente – dice l’assessore Francesco Ferraro – Negli ultimi due anni abbiamo concretizzato progetti e infrastrutture attesi da un decennio. Senza contare il potenziamento dei servizi sociali e le attività per la legalità». Solidarietà anche dai lavoratori: domani si riuniscono in assemblea pubblica domani, dalle 10 alle 12, sempre nell’aula consiliare. Mentre la maggioranza è compatta, l’opposizione si divide. Sempre più duri da An. Da Napoli, Marcello Taglialatela: «Le dimissioni del sindaco di Melito sono il frutto del pesante ed ingombrante condizionamento della criminalità organizzata nella campagna elettorale del 2003 che aveva portato Di Gennaro a divenire primo cittadino». Contestano, invece, l’operato della giunta dai Verdi. «Ho sempre contrastato quest’amministrazione dal punto di vista amministrativo e colgo di buon grado le dimissioni del sindaco – dice Raffaele Chiazza, verdi – Ci sono troppe emergenze e ritengo che in giunta non siano state messe in campo le competenze necessarie per uscirne fuori».
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 4 OTTOBRE 2005
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