MELITO. Il sindaco Gianpiero Di Gennaro accoglie l’invito della sua maggioranza e ritira le dimissioni. Nel primo pomeriggio di ieri l’annuncio nel corso di una riunione con i rappresentanti di Margherita, Udeur, Sdi e Italia dei valori, che nei giorni scorsi hanno presidiato la sala consiliare proprio per strappargli questo impegno. Poi in serata il confronto con l’opposizione e i cittadini in Consiglio comunale. Una decisione maturata con un giorno di anticipo rispetto alla scadenza dei venti giorni, fissata per oggi, e che scongiura l’arrivo dei commissari prefettizi. Stamattina l’ufficializzazione dell’atto al protocollo comunale. «Resto per continuare a governare una cittadina che in questi giorni mi ha dimostrato sostegno e solidarietà – dice Di Gennaro – attraverso gli attestati di stima di dipendenti, Lsu e della mia maggioranza, con la quale ho concordato una linea più incisiva di governo. Nonostante le difficoltà, non mi sono sentito di tradire le aspettative di chi mi ha affidato l’incarico di far crescere Melito». La decisione inaugura una nuova fase di governo. Tre i punti del patto stretto dal sindaco e dai partiti. «Abbiamo indicato al sindaco una strada possibile – precisa Venanzio Carpentieri, capogruppo della Margherita – Bisogna ridefinire le priorità programmatiche, i nuovi assetti della giunta e avviare un confronto con le altre forze del centrosinistra in Consiglio». Nessun dialogo possibile per Rifondazione, che alle primarie ha raggiunto, col 40.6 per cento, una delle più alte percentuali di voti in Italia assegnati a Bertinotti. «Resto caparbiamente all’opposizione – dice Bernardino Tuccillo, consigliere provinciale di Rifondazione – perché resto convinto che quest’amministrazione si sia insediata sulla base di elezioni falsate dall’intervento dei clan e per questo resto autosospeso dal Consiglio comunale». Sulla presunta campagna denigratoria che avrebbe motivato le dimissioni, attaccano anche da An. «Tutta una farsa. Adesso ci spieghi – dice il consigliere Rosario Concordia – cosa è cambiato in questi venti giorni. Ritira le dimissioni sulla base di un accordo coi partiti, mentre le motivazioni delle dimissioni erano di altro tenore».
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 20 OTTOBRE 2005


