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ALLARME AMBIENTALE, IL LAGO PATRIA STA MORENDO
Cementificazione degli argini e inquinamento: è emergenza

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GIUGLIANO. Il lago Patria sta morendo. Tre grosse macchie composte da foglie morte, rami secchi d’alberi e microrganismi ormai in fase di decomposizione, galleggiano sul più grande specchio d’acqua dei Campi flegrei da giorni. Si spostano dalla sponda est fino al centro del lago per un diametro di diversi metri. Il fenomeno è paragonabile a quello che, per le alghe marine, viene definito mucillagine. Una massa gelatinosa che gli esperti definiscono «il brontolìo del mare». «Nel caso del lago Patria il fenomeno è leggermente diverso – spiega Nello Odierno, biologo, che, con il gruppo di volontari dell’associazione Ambiente Flegreo, da tempo osserva i fenomeni d’inquinamento della costa domiziana – È un fenomeno di decomposizione dei vegetali, simile a quello dell’eutrofizzazione e dipende dalla cementificazione degli argini e da forme di inquinamento di varia natura». Per il lago dell’antica Liternum si tratta dell’ennesima emergenza ambientale: l’ultimo episodio di una lunga cronaca di segnali d’allarme e di scempi. «Pochi giorni fa, durante la giornata che dedichiamo alla pulizia delle aree verdi – dicono dalla sezione napoletana di Legambiente – abbiamo inviato a lago Patria circa mille bambini delle scuole dell’hinterland giuglianese. Lo scenario che hanno avuto di fronte è stato agghiacciante». I bambini hanno circondato il lago, dove hanno trovato di tutto: scheletri di motorino, materiali di risulta, pneumatici, carcasse di animali macellati, oggetti di tutti i tipi. «In collaborazione con il corpo forestale dello Stato – dicono i volontari ambientalisti – abbiamo censito, in prossimità delle sponde e della foce che collega lo specchio col mare, oltre 70 microdiscariche di materiali inerti. Mucchi di laterizi, di spazzatura ordinaria, di rifiuti vari». Come se non bastasse, ai primi di settembre è stata registrata e denunciata dall’associazione ambientalista Volturno Ambiente una forte morìa di pesci. Centinaia di animali sono affiorati sul versante nord. La prefettura di Napoli e il comune di Giugliano hanno allertato l’Arpac. Gli esperti hanno ricondotto la causa della morìa al fenomeno dell’anossia dovuta a eutrofizzazione. In sostanza tanto la morìa dei pesci che la morte delle vegetazione di questi giorni sono causati, tecnicamente, dalla mancanza di ossigeno. Questo dipende da una combinazione di fattori naturali e d’inquinamento. Il lago risente della sua natura vulcanica. Esteso per circa due chilometri quadrati, lo specchio lacustre conta otto sorgenti sulfuree che, in certi momenti, fanno salire la temperatura di diversi gradi. «Questo non sarebbe un fattore sufficiente – dice il biologo Odierno – per provocare la morte di animali e vegetazione; ma il surriscaldamento abbinato alla presenza massiccia di colibatteri, alla continua ostruzione dei canali di collegamento col mare e alla cementificazione degli argini». Una situazione d’estremo degrado alla quale le istituzioni, in questi anni, hanno risposto raramente con interventi mirati. Solo in questi giorni, il commissariato straordinario per la bonifica e la tutela delle acque ha emanato un’ordinanza con cui approva il progetto esecutivo per la bonifica delle acque del lago Patria preparato dalla società Sogesid nel 2001 e dispone l’avvio della procedura per la gestione dei lavori, che dureranno 5 anni e costeranno circa nove milioni di euro.

ANTONIO MENNA – 3 NOVEMBRE 2005

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