GIUGLIANO. E’ il più meridionale dei laghi pontini, si trova nel comune di Giugliano ed è una laguna salmastra. Il Lago Patria, recentemente oggetto di numerose attenzioni da parte di ambientalisti ed istituzioni ha una superficie di 200 ha, lungo 2 km e largo 1.5 km, ha una profondità media di 1.5 m con un volume di acqua di quasi 3 milioni di metri cubi. Tre
canali ne assicurano un apporto relativamente costante di acqua: il canale Amore da Villa Literno, il canale Vena a nord
ovest del lago e infine una serie di sorgenti di acque dolci alimentano il lago da sud con limitati apporti. Comunica con il
mare attraverso un canale di foce a forma di imbuto che ha tendenza ad insabbiarsi durante le mareggiate.
In estate si ha un deficit idrico per effetto della evaporazione e dello scarso apporto degli effluenti, diversa è la
situazione in inverno dove per effetto delle piogge si hanno innalzamenti anche di 1 m tali da avere lo straripamento della
foce che provoca il deflusso delle acque al mare.
Sul lago c’è anche un Vincolo Ambientale come “Sito di Interesse Comunitario” in base ad una direttiva CEE (92/43/CEE).
Lungo il tratto terminale della laguna e lungo il canale della foce si è avuta una forte urbanizzazione che non ha per niente
giovato al nostro grande ammasso acquifero. Gli insediamenti si sviluppano disordinatamente, segno di un abusivismo
selvaggio, e interessano maggiormente la costa sud orientale con una popolazione che conta circa 6000 abitanti. La cosa che
ci lascia sconcertati è che le acque reflue prodotte da queste abitazioni scaricano direttamente in laguna senza alcun
trattamento. Nel territorio non urbanizzato sono fiorenti le attività agricole e zootecniche che apportano comunque quantità
di sostanze inquinanti considerevoli (basti pensare ai fertilizzanti e diserbanti e al materiale organico). Nonostante ciò
nel lago è praticata la pesca e la itticoltura con reti da posta e altre tipologie di reti, per catturare specie “pregiate”
quali spigole, orate ed anguille.
Sia l’Università di Napoli, nella veste della Professoressa Troncone, che l’ENEA hanno operato dei prelievi e delle analisi
sulle acque del lago ed il risultato è stato tutt’altro che positivo. La laguna è caratterizzata da uno stato ecologico di
tipo subdistrofico le cui acque sono frequentemente soggette a crisi anossiche (mancanza di ossigeno disciolto), specie in
estate. Ciò non significa che nel bacino non vi sia ossigeno, ma semplicemente che non è disponibile ossigeno accessibile
alle specie biotiche, per fare un esempio la molecola di anidride carbonica ha ossigeno (CO2) ma non è disponibile per un
pesce perché legato al carbonio, questa condizione è molto più forte in estate. Di norma ce ne accorgiamo per la forte
presenza di clorofilla, causata da quelli che in linguaggio scientifico vengono definiti “batteri autotrofi fotosintetici” ma
che comunemento ognuno di noi ha sempre definito “alghe”. Si sta anche verificando un progressivo interramento causato dai
detriti trasportati dalle acque continentali e dagli sversamenti fognari abusivi.
Grazie alla struttura commissariale della Campania sono in corso una serie di interventi di risanamento ambientale quali il
collettamento della acque reflue prodotte dagli insediamenti abitativi posti sulla sponda destra del lago in prossimità della
foce che verranno poi trattate all’impianto di depurazione di Foce Regi Lagni, per la sponda sinistra la SOGESID sta
provvedendo al colletamento e alla depurazione che avverrà all’impianto di Cuma. All’ENEA è stata commissionata la
“caratterizzazione del lago” con lo scopo di determinare lo stato lagunare e quindi di elaborare della ipotesi di
miglioramento.


