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domenica, Maggio 12, 2024
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L’UNIONE ISOLA BERTINI: «SI A VIA MARTIRI DI NASSIRIYA»
Bufera sul sindaco di Marano dopo la strada dedicata ad Arafat

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MARANO. “Per me i morti di Nassiriya non sono martiri: sono vittime del lavoro come può essere un operaio che precipita da un’impalcatura. In ogni caso, se una forza politica, il Consiglio comunale o un altro soggetto, proporrà di intitolare una strada ai caduti di Nassiriya, non vedo motivi per non accogliere la proposta”. Mauro Bertini, sindaco di Marano controbatte alla raffica di accuse lanciate per la sua decisione di intitolare una strada al premio Nobel Yasser Arafat cancellando una delibera – del commissario straordinario che lo aveva preceduto alla guida del Comune – che prevedeva una intitolazione anche per i “martiri di Nassiriya”. Ma la polemica monta forte. Contro il primo cittadino, infatti, numerose sono le contestazioni, e poche le difese. Il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante ha auspicato un’azione del Consiglio comunale per ripristinare il nome, il ministro per le Comunicazioni Mario Landolfi ha definito il fatto “una colossale bestialita”; il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo (AN) è “pronto ad andare personalmente a Marano perché il provvedimento non trova precedenti nella storia democratica d’Italia e delle istituzionì, ma anche manifestazioni come “Un fiore per i caduti di Nassiriya” promossa ed organizzata dal senatore Salvatore Lauro (Cdl) per domenica prossima nel comune napoletano o la mobilitazione promossa da Luigi Muro presidente provinciale di Alleanza Nazionale. Tra le tante anche le reazioni del vicepresidente dei senatori della Lega, Luigi Peruzzotti, che ha ritenuto “allucinanti e ignobili” le motivazioni del sindaco perché “i morti meritano rispetto soprattutto quando sono morti al servizio dello Stato”, e di Isabella Bertolini, vice presidente dei deputati di Forza Italia secondo la quale il sindaco “si dovrebbe dimettere”. Tra le difese, quella del segretario dei comunisti italiani Oliviero Diliberto che considera assurdi ed ingiustificati gli attacchi. Dal canto suo il primo cittadino ha spiegato: “Nel caso di Arafat, la proposta di intitolazione è venuta da un liceo. Per i caduti di Nassiriya non ci sono state richieste. Quella di Nassiriya non è comunque una missione di pace: è adempimento del dovere. I militari sono morti perché inviati lì, non per propria scelta”. “A Marano, ad esempio, – ricorda il sindaco – vi è una strada intitolata ad un carabiniere di 28 anni: Salvatore Nuvoletta, ammazzato per vendetta, a vent’anni dalla camorra: un esempio tra mille, un piccolo eroe a lungo dimenticato, che si aggiunge ai simboli della lotta alla camorra in questa terra ‘caratterizzata’ da elevato indice di criminalità”. A pochi chilometri di distanza da Marano, nel capoluogo partenopeo, le accuse a Bertini cessano davanti alla decisione di intitolare ai caduti di Nassiriya una strada tra i quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta, proprio nei pressi di una stazione dei carabinieri, come ha annunciato l’assessore alla toponomastica del Comune di Napoli, Alfredo Ponticelli, confermando la posizione del sindaco Rosa Russo Iervolino. “Anche a Marano – ripete Bertini – una strada potrebbe essere chiamata ad esempio ‘via caduti di Nassiriya’: ma ‘martiri’, no. Anzi, per ‘caduti’ potrei essere proprio d’accordo perché costringerebbe a chiedersi e a ricordare,perché i soldati sono ‘caduti’ e soprattutto ‘chi’ li ha fatti morire”. “L’intitolazione di una strada ai martiri di Nassiriya è un riconoscimento a persone che volontariamente, e quindi anche per motivazioni economiche, sono andate in Iraq, ma che lo hanno fatto a rischio della vita per portare il loro contributo ad un popolo sotto dittatura”, ribatte Desiderio Fogarin, sindaco di una lista civica di centrosinistra a Camponogara (Venezia), che ad un suo concittadino ha voluto intitolare proprio la piazza del paese. Ma secondo Bertini ‘morire per la patria’ significa tutt’altro: “Prima delle polemiche sulla strada intitolata ad Arafat, qualcuno ha mai riflettuto dando il giusto senso a parole come ‘guerra’ e ‘martirio’?”.

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