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caso melito, interrogazione di sondano (prc)

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Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05080 Versione per la stampa
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Atto n. 4-05080

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Pubblicato il 24 luglio 2003
Seduta n. 449

SODANO TOMMASO. – Al Ministro dell’interno. –
Premesso che:

la comprovata esistenza nella città di Melito (Napoli) di una forte componente camorristica rischia di compromettere in modo irreversibile l’organizzazione sociale e le relazioni politiche della città;

la politica cittadina risulta, infatti, pesantemente condizionata da elementi strettamente legati ai clan camorristici da legami parentali, interessi affaristici e attività illecite di vario tipo;

emblematico è il caso di Alfredo Cicala, sindaco di Melito dal ’90 al ’93, dimessosi dalla carica a seguito dell’arresto per droga di Francesco Maisto, cognato del Cicala e cugino del boss Andrea Maisto;

nonostante le dimissioni da sindaco il Cicala, nel frattempo convertitosi all’imprenditoria (risulta infatti socio più o meno palese in numerose società di costruzioni), non ha mai smesso di influenzare la politica cittadina;

lo stesso Cicala ha partecipato attivamente alla recente campagna elettorale, coinvolgendo numerosi esponenti delle precedenti amministrazioni comunali scioltesi anticipatamente per motivi legati a comportamenti criminosi;

numerosi e inquietanti fatti sono accaduti nel corso della campagna elettorale amministrativa del maggio 2003: il sindaco uscente, Antonio Amente, mezz’ora prima della chiusura delle candidature è stato costretto a rinunciare alla propria candidatura perché la maggior parte dei suoi consiglieri ha scelto inspiegabilmente di sostenere il candidato dell’altro schieramento, Gianpiero Di Gennaro, sostenuto dal Cicala; sono state messe in atto intimidazioni a scopo di dissuasione nei confronti di candidati, costretti a rinunciare alla candidatura; sono state segnalate pressioni e minacce ad imprenditori e commercianti non allineati al candidato Di Gennaro; in alcuni parchi si è impedito ai candidati di effettuare iniziative di campagna elettorale; sono stati affissi manifesti funebri aventi ad oggetto il candidato Bernardino Tuccillo, i cui collaboratori hanno subito anche una violenta aggressione;

un segno ulteriore dello strano clima pre-elettorale è dato dall’affissione, per le vie di Melito, di un manifesto a firma ASCOM (Associazione Commercianti), che per prassi non si è mai schierata nelle competizioni amministrative, e che invitava i commercianti a votare per Di Gennaro;

si è inoltre verificata la nota compravendita dei voti, realizzata con i pacchi dono e con buoni-spesa o con la dazione di denaro, soprattutto nei quartieri più degradati della città;

a conclusione delle votazioni elettorali alcuni cittadini di Melito hanno richiesto l’accesso agli atti all’Amministrazione comunale dopo che si era verificato, il giorno del ballottaggio, il ritiro massiccio dei duplicati dei certificati elettorali, verosimilmente non ritirati dai diretti interessati;

non sembra del tutto casuale che tali duplicati siano stati ritirati soprattutto nelle sezioni dove è uscito vincente il candidato Di Gennaro;

risulta inoltre all’interrogante che tali certificati siano stati rilasciati dal Comune senza la necessaria firma per il rilascio;

alquanto singolare si è rivelato altresì il flusso elettorale (circa il 20%) registrato tra le ore 11 e le 15 del lunedì del ballottaggio;

alla notizia della vittoria del Di Gennaro si è formato un piccolo corteo subito smobilitato per l’evidente timore che la presenza di noti camorristi potesse essere segnalata dagli agenti della DIGOS in borghese presenti sul territorio;

considerato che:

svariati mezzi d’informazione hanno a più riprese riferito del clima torbido in cui si sono svolte le elezioni amministrative a Melito;

questi ed altri fatti accaduti nella città di Melito sono tali da poter configurare una sorta di contropotere gestito dalla camorra, che condiziona pesantemente tutti gli aspetti della vita politica, sociale e individuale dei cittadini di Melito;

per gli stessi fatti è in corso un’indagine da parte della procura della Repubblica di Napoli,

si chiede di sapere se e quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare in relazione ai fatti sopracitati e se non ritenga di dovere inviare la Commissione d’accesso presso l’Amministrazione di Melito.

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