Avranno un’altra chance tre ragazzi del branco che il dieci marzo dell’anno scorso assassinarono a Mugnano il quattordicenne Sebastiano Maglione. Usciranno dal carcere e saranno “messi in prova”, G.M., F.M. e B.C., il primo aveva sedici anni quando fu accusato di concorso esterno per l’omicidio di Maglione e diciassette gli altri due. Il tribunale dei minorenni sceglie la strada del recupero, della riabilitazione e così ha accolto la richiesta della difesa dei tre che ora saranno affidati a qualche associazione o ad una casa famiglia. Fu una spedizione punitiva quella a cui parteciparono insieme con altri “compagni” di poco più grandi: Sebastiano, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, aveva tentato di rapinare il motorino ad uno della gang ch e subito si era riunita ed era partita all’inseguimento del ragazzino per riparare lo sgarro. Un’azione da bulli, da piccoli, spietati guappi per lavare l’onta dell’affronto. Una ronda per le strade di Melito, una corsa folle e tre spari. Sebastiano e il suo compare un sedicenne, cadono dallo scooter. Un proiettile calibro nove va a bersaglio: l’assassino, Raffaele Marrone, ritenuto vicino al clan degli scissionisti, gli spara a distanza ravvicinata. Sebastano dopo pochi istanti è rannicchiato sul selciato: intorno a lui il vuoto, dalla testa un rivolo di sangue, dal suo giubbino sporge una pistola giocattolo. Tra i primi ad arrivare sul posto suo padre Francesco Maglione, un pregiudicato di Giugliano, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan capeggiato da Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto e’ Mezzanotte, una della principali organizzazioni camorristiche attive in provincia di Caserta. Le sue urla disperate rimbombarono in quella stradina di Mugnano per oltre un’ora. Sebastiano Maglione era stato segnalato dai carabinieri di Parete (Caserta) per rapina e detenzione di coltello, reati commessi l’8 marzo 2004, quando non aveva ancora 14 anni. Per quell’episodio fu denunciato, ma il fascicolo fu subito chiuso perché per la sua età non era ancora imputabile. Vite giovani e maledette. A tre di loro la giustizia offre ancora una possibilità di riscatto e dopo meno di un anno li rimette in libertà.
AMALIA DE SIMONE – IL MATTINO 11 GENNAIO 2006
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